n. 816
24 maggio 2009 "Ascensione è la nostra vittoria" Gesù non è un passato L'Ascensione di Gesù non segna un termine e non è neppure un volta pagina. Egli continua a restare vivo e presente, perchè siamo uniti a Lui. Egli è il capo che attrae il suo corpo verso il Padre, vivificandolo per mezzo del suo Spirito. L'Ascensione lo colloca nel centro della nostra vita e della nostra storia. "Egli è il Pantocrator" (Signore di tutte le cose), è la pietra angolare rigettata dai costruttori. Egli è elevato fino al Padre, al quale ritorna con la sua umanità vivificante, fonte del fiume della vita" (J. Corbon). Nella Ascensione, Cristo non scompare, ma, al contrario, comincia a mostrarsi e a venire. Per questo gli Angeli dicono: " Egli tornerà allo stesso modo di come lo avete visto salire al Cielo" (At1,11). Egli sta sempre venendo. Egli porta i cattivi, che siamo noi, verso il mondo nuovo della sua Risurrezione, e sparge sopra gli uomini i "suoi doni", e il suo Spirito (Ef 4,7-10). La sua Ascensione è un movimento progressivo, affinché arriviamo, nella fede, all'uomo perfetto, cioè a quello sviluppo che realizza la pienezza del Cristo. (Ef 4,13). Il movimento dell'Ascensione sarà completo quando tutti i membri del suo corpo saranno stati attratti verso il Padre e vivificati dallo Spirito. Egli è l'energia pasquale del Cristo che riempie l'universo (Ef 4,10). La liturgia è il momento della sua venuta. Incontriamo tutto questo nella liturgia che è fatta in unione con la liturgia celeste. Egli è il Sommo Sacerdote che continua a presiedere nel tempio della gloria. In Gesù c'è una ascesa al Padre in ogni liturgia celebrata. Celebriamo la gioia del Padre nel vedere il ritorno del Figlio amato della parabola. Egli non torna solo, ma torna con la carne, portando con sè i figli di adozione. "Eccomi con i figli che Dio mi ha dato" (Eb 2.13) . Ogni figlio ha il volto del Figlio amato. Il Padre si fa accoglianza di tutti i figli. Partecipiamo della liturgia eterna. Ricchezza della Gloria La liturgia dell'Ascensione ci porta a conoscere Cristo e la speranza che la sua chiamata ci dà , svelandoci la ricchezza della gloria nell'eredita dei santi e l'immenso potere che essa esercita in favore di coloro che credono. Questa ricchezza non è qualcosa da cercare nel futuro, ma da vivere nel presente, nella sacra liturgia nella quale stiamo con Lui, il Sommo Sacerdote, glorificando il Padre. Verrà il giorno in cui potremo celebrare con intensità , non legati ai riti, ma al mistero che ci è rivelato in ogni celebrazione. Ciascuna liturgia ci apre le porte del Cielo, nel quale entriamo con Cristo glorificato. Nello Spirito che ci è dato, possiamo rallegrarci con il Padre che vede suo Figlio ritornare con i figli di adozione. Perché sono fermo? Abbiamo ricevuto una missione: "Andate per il mondo intero a predicare e annunciare il vangelo a ogni creatura!" (Mc 16,15). Se da un lato stiamo con Lui nella gloria, da un'altro lato stiamo nella storia della quale Egli è il conduttore, poichè è il Signore della Storia. Nonostante le nostre ingratitudini, Egli conduce l'universo e ci ha lasciato con la missione, con Lui, di "mettere tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi" (1 Cor 15,26). Il nemico è ogni specie di male. L'annuncio del Vangelo cancellerà dal mondo il potere del male e lo condurrà a creare, già qui in terra, "un cielo nuovo e una terra nuova" (Ap 21,1), ora nel dolore, ma con la speranza della gloria.
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