Sesta Domenica di Pasqua

 

 

n. 814

17 maggio 2009

 

 

"RIMANETE NEL MIO AMORE"

 

Strumento di unione

 

Abbiamo riflettuto Domenica scorsa sulla vite e i tralci. E' questo un paragone che Gesù usa per spiegare  L'unione di Vita con Lui ma anche come si può perdere questa unione e questa vita. Per avere la vita è necessario restare uniti a Lui. "Dio ha inviato il suo Figlio unigenito nel  mondo, affinché noi  avessimo la vita per mezzo di lui" (1 Gv 4,9).  L'unione si attua per il dono della fede, e cioè nel credere in Gesù, e  nell'obbedienza ai comandamenti (che non sono pesanti). Il comandamento fondamentale è l'amore. La vita divina che circola nella Trinità Santa e, tra Gesù e i suoi, è amore. San Giovanni ci dà la migliore definizione di Dio: "Chi non ama non ha conosciuto Dio, poiché Dio è amore" (1 Gv4,8). La Vita di Dio è l'Amore. Noi abbiamo questo amore per mezzo dello Spirito che ci è stato dato. Tutto ciò che si riferisce a Dio in noi, Gesù lo fa per mezzo del suo Spirito. L'amore non isola, poiché, è proprio dell'amore diffondersi. Amore non è solo uno sforzo personale, ma accoglienza di un dinamismo. E' un dinamisto di gioia: "Questo vi ho detto affinché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena" (Gv 15,11). In Dio, la gioia è lo Spirito, presenza di Dio che è Vita.

 

Amore è apertura

 

L'Amore oblativo che dà la vita in favore degli amici, coloro che si amano solo per il loro bene. L'Amore di Dio non è una conquista, ma un dono, come leggiamo nella prima lettera di San Giovanni: "L'amore di Dio si è manifestato tra noi in questo: Dio ha inviato il suo Figlio unigenito nel mondo, affinché noi avessimo la vita per mezzo di lui. In questo si è manifestato l'amore: non noi abbiamo amato Dio, ma egli ha amato noi ed ha inviato il Figlio suo come propiziazione per i nostri peccati" (1 Gv 4, 9-10). L'apertura d'Amore che viene dallo Spirito la vediamo nella casa di Cornelio che, pagano, riceve lo stesso Spirito che ricevettero gli apostoli, con le stesse manifestazioni. Pietro afferma: "Dio non fa distinzione di persone, al contrario, accetta colui che lo teme e pratica la giustizia, di qualunque nazione esso sia" (At 10, 35). L'amore di Dio è aperto a tutta l'umanità e a tutto l'Universo. Quando non amiamo, pecchiamo, e cioè tagliamo la linfa di questo amore, e per questo moriamo. Percepiamo l'importanza di vivere nella "grazia di Dio", e cioè nell'amore. Cambiare la relazione con Dio: prima di fare delle cose buone per acquistare meriti (questo è commercio), dobbiamo accogliere la linfa dell'Amore e farla circolare nel mondo. Chi non fa così, rischia di non capire niente di Dio.

 

 

 Conoscenza attraverso l'amore

 

"Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa ciò che fa il padrone. Io vi ho chiamato amici, perché tutto quello che ho udito dal Padre mio ve l'ho fatto conoscere" (Gv 15,15).   "Gli amici sono introdotti nella conoscenza misteriosa, divina,  di tutto quello che Gesù ascoltò dal Padre nel colloquio eterno, vissuto fedelmente, perché il progetto ci arriva attraverso il Figlio" (T. Federici). Più che schiavi, siamo figli. Entriamo in un insegnamento magnifico della Chiesa. Abbiamo due modi per conoscere Dio: con l'intelligenza, studiando e apprendendo la dottrina e le verità su Dio e, con l'Amore, nel quale Dio ci affida, per amore, a Colui che è la Verità.  Abbiamo l'esempio di tanti santi, come Santa Caterina da Siena, analfabeta e che spiegava al Papa la verità, o come  San Gerardo che spiegava teologia ai professori. Questa è la conoscenza che ha il popolo di Dio che non ha studiato.

 

 

 

 

 

 

 
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