Il Signore nell’incarnarsi ha assunto la nostra umanità,
nel risorgere ha donato la risurrezione alla nostra carne,
nell’entrare nella gloria del cielo, ci ha portato con se.
L’umanità è glorificata con Lui nella casa del Padre.
Resta ora a noi fare la nostra parte,
lasciando che la sua Divinità si stabilisca sempre più in noi.
n. 1028
Ascensione di N.S. Gesù Cristo
5.6.2011
p. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Crediamo nell' Ascensione di Gesù!
E Salì al cielo
La nostra fede insegna che Gesù è salito al cielo: “Credo in Dio Padre… e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito per opera dello Spirito Santo; nacque da Maria Vergine; patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto. Discese agli inferi, il terzo giorno risuscitò da morte, salì al cielo; siede alla destra di Dio Padre Onnipotente, di là verrà a giudicare i vivi e i morti”. Crediamo nell’Ascensione con la stessa intensità della fede che abbiamo per tutti i misteri di Cristo. L’Ascensione è importante per la nostra fede perché ci indica come viverla. Essa non è un momento della Vita di Gesù, ma una presenza permanente nella nostra vita personale e della Chiesa. Quando dice che Egli tornerà, si ha l’impressione di un tempo vuoto, senza attività e relazione con noi. Ma dice anche: “Starò con voi tutti i giorni fino alla consumazione dei secoli” (Mt 28,20). Unito al Padre, Egli continua la sua missione di Sacerdote nella lode eterna, nell’azione di grazie e nell’intercessione. Siamo uniti a Lui in questa missione. La nostra umanità è unita alla sua divinità glorificata. “Tutto infatti egli ha messo sotto i suoi piedi e lo ha dato alla Chiesa come capo su tutte le cose: essa è il corpo di lui, la pienezza di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose.” (Ef 1,23). Egli esercita una continua forza di attrazione, poiché “nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te, e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro capo, nella gloria.” (colletta). Gesù è glorificato e coperto dalla nube della Presenza Divina. L’umiliazione dell’incarnazione lo nascondeva nella forma del servo sofferente (Fil. 2, 6-11). La missione che è affidata alla Chiesa e a ognuno di noi è quella di essere suoi testimoni, facendo suoi discepoli tutte le genti attraverso la predicazione e il battesimo (Mt 28, 19-20).
Guardando in alto
Il comportamento dei discepoli di guardare in alto, dove Gesù ascese al cielo, non è un guardare inutile. Significa che la vita continua qui nella missione, come dissero gli Angeli. Insegna che il mistero di Cristo è un tutto e comprende anche la Sua glorificazione, l’Unione con il Padre e il suo Dominio sopra tute le cose. Gesù è sempre lo stesso ma in un’altra dimensione. Cristo Risorto invia lo Spirito. Egli dirà: “Se io non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore” (Gv 16,7). Meditando i testi liturgici, che illuminano il mistero celebrato, vediamo che l’Ascensione accende in noi la speranza. Egli ci attrae a Se, come Capo del Corpo, e ci fa vivere nel suo Regno. Uniti a Lui, partecipiamo della sua Gloria. Lo Spirito che Cristo ci concede, ci illumina e ci fa conoscere la nostra realtà cristiana e rende la nostra fede operante nel mondo. Gesù, nella sua Ascensione mette in azione la sua missione guidata dallo Spirito.
La speranza del discepolo
Questa festa ci fa scoprire la speranza che dà la sua chiamata, la ricchezza della eredità, la grandezza del suo potere per noi (Ef 1, 18-19). Egli non si discostò dalla nostra umiltà, ma ci ha dato la certezza di condurci alla gloria della immortalità. La celebrazione dell’Ascensione è un invito a ricondurre questo mistero alla sua grandezza, come coronamento di tutta l’opera della Redenzione. Altrimenti non potremmo dire che la missione di Cristo è realizzata. Nella liturgia siamo uniti a Cristo Sommo Sacerdote, essa infatti è l’esercizio della funzione sacerdotale di Cristo per santificare gli uomini, in essa, il Corpo Mistico di Gesù Cristo, dà a Dio il culto pubblico integrale. Nella celebrazione eucaristica viviamo questa vita che viene dall’Alto, senza togliere i piedi da terra. Egli si fa presente nella celebrazione.
Letture: Atti 1, 1-11; S. 46; Ef. 1, 17-23; Vangelo: Matteo 28, 16-20