Gesù è il Pastore e la Porta
Egli è il Passaggio verso il Padre
nº 1022
Omelia 4^ Dom. T.P.
15.5.2011
p. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Sono venuto perchè abbiano la vita
Sono il Pastore e la porta
Nel tempo pasquale leggiamo il vangelo del Buon Pastore. Più che il Pastore è messa in risalto la Porta per la quale tutte le pecore entrano per avere la Vita. Afferma: “Io sono la Porta. Chi entrerà attraverso di me, sarà salvo, entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non entra che per rubare, uccidere e distruggere. Io sono venuto perchè abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv. 10, 9-10). Questo modo di parlare di se apparteneva alla sapienza del popolo, perchè, essere l’unica porta, si riferiva ad una porta del tempio che dava accesso al luogo dei sacrifici e al Santo dei Santi, della presenza di Dio. Flavio Giuseppe dice che era magnifica, tutta coperta d’oro. Era il luogo per entrare alla presenza di Dio. In Gesù abbiamo l’accesso immediato a Dio. Afferma: “Io sono la via, la verità, la vita – nessuno va al Padre se non attraverso di me” ( Gv. 14, 6). Per questo è il Pastore che è il Passaggio. È necessario avere chiarezza e vivere di questa certezza, anche se costa, come dice la lettera agli Ebrei: “Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato” (Eb, 12,4). Pietro dice nella sua lettera: “Cristo soffrì per voi, lasciandovi un modello, così che voi seguiate le sue orme” (1 Pt. 2,21). Gesù è il Pastore che conduce il popolo a Dio, a luoghi buoni simboleggiati da un buon pascolo per le pecore, come preghiamo nel salmo: “Il Signore è il pastore che mi conduce...in verdissimi prati. Egli mi fa riposare. Alle acque di ristoro mi conduce e rinfranca le mie forze” (S. 22). Cristo è l’unica porta per la quale le pecore possono entrare. Molti tentarono di essere l’unico passaggio verso Dio ma pascolarono se stessi. Coloro che entrarono da altre parti erano ladri e briganti che vennero per compiere tre terribili azioni: rubare, uccidere e distruggere. Gesù afferma: “Io sono venuto perchè abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10).
Ascoltano la mia voce
La relazione delle pecore con il pastore è di conoscenza intima, come dice Gesù: “Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore ed esse conoscono me, come il Padre conosce me e Io conosco il Padre” (14-15). Questa conoscenza implica l’unione. Le buone pasture sono simbolo della bellezza dell’unione con Dio. Le pecore conoscono la voce del pastore, perche erano abituate con Lui. Gesù è un Dio presente, conosce ognuna personalmente per nome. La relazione è d’amore, di cura e di vicinanza. Pietro afferma che Dio ha costituito Gesù Cristo e Signore, quello stesso che fu crocifisso. Il Pastore ferito dalla morte di Croce ancora è colui che conduce il popolo di Dio. Entriamo in questo popolo attraverso Gesù Cristo e con la nostra conversione e il Battesimo. La remissione dei peccati è grazia come la vita.
Imitazione di Cristo
Non possiamo avere una fede di mezze misure. Seguire Gesù è il modo completo di essere cristiano. Quello che Lui fa per noi è: “sopra la croce prese su di se i nostri peccati e li portò nel suo corpo, affinchè, morti per il peccato, vivessimo per la giustizia. Per le sue piaghe noi siamo stati guariti” (1 Pt. 2,24). Seguire Gesù implica per noi ascoltare la sua voce e stabilire una relazione di vita intima e affettuosa con Lui e seguirlo, passando per la Porta che è Lui stesso e, come Lui, vivere la vita nuova. “Eravate sbandati come pecore, ma ora siete ritornati al pastore che vigila sulle anime vostre” (25). La Pasqua invita ad assumere la vita dei discepoli di Gesù, coloro che lo seguono ascoltando la sua voce, seguendo i suoi passi per entrare con Lui nella Vita.
Letture : Atti 2, 14^.36-41; Salmo 22; 1 Pt. 2, 20b-25; Vangelo di Giovanni: 10, 1-19