nº 1019
Articolo
p. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Risorti, come?
945. L’unione a una Persona
Crediamo nella Risurrezione di Gesù. Ma quando vogliomo dire cosa significa questo mistero nella nostra vita, troviamo tanta difficoltà. Vediamo invece che i primi cristiani si muovevano con facilità in questo soggetto. Paolo insegna questo tema con molta facilità. Era il linguaggio comune nella riflessione e nalla vita della comunità: “Se siete risorti con Cristo” (Col. 3,1). La spiritualità delle comunità era la Risurrezione. Se guardiamo noi, invece, vediamo che siamo maggiormente rivolti verso le colpe dei nostri peccati e, siccome è difficile la conversione, continuiamo nei nostri errori. Convertirsi, perché? Se avessimo la coscenza della Risurrezione avremmo buoni motivi per convertirci. Il punto fondamentale nella conoscenza del mistero di Gesù sta nella nostra unione con Lui. Nel Battesimo abbiamo percepito che lui vive in noi perché noi siamo inseriti in Lui e viviamo in unione con Lui. La spiritualità pasquale sta nel vivere in Cristo una Vita nuova. Noi la viviamo nella misura in cui lo cerchiamo attraverso il nostro modo di agire, di cercarlo e amarlo in tutto. Chi è di Dio sa quando Dio si manifesta. Non si tratta di sentimento, di sentirsi bene, di essere felici, ma di essere rivolti a Lui nelle circostanze della nostra vita, anche nelle difficoltà e nelle cadute. Il peccato non impedisce la crescita. La conversione diventa un trampolino di lancio per un amore più grande. L’unione interiore si fa attraverso la fede e per la grazia che si manifesta nelle cose che facciamo. L’albero dà frutti per mezzo della sua linfa. Paolo dice che Egli ha potuto affrontare tutto perché la sua vita era vivere in Cristo: “non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. La vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio che mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal. 2.20). Le sofferenze passate erano un niente in confronto con la sua vita in Cristo.
946. Un cammino comune
Questo modo di vivere di coloro che amano Gesù non è solo una interiorità, ma una vita in comune con lui e con i fratelli. Il bello della nostra fede è che si va in Cielo insieme agli altri. E così è più divertente. Una spiritualità che non è condivisa, muore, perchè Cristo non è risorto solo per se, ma ci ha portati con Lui. Gesù non vuole fare il cammino della redenzione per l’umanità senza contare su di noi. Quindi sceglie gli apostoli e gli dà la garanzia della sua presenza dopo la sua morte. Egli continua a vivere in coloro che lo seguono. Noi prendiamo la croce di Cristo nella misura in cui ci decidiamo per Lui. Certamente ci scontriamo con un mondo che pensa in modo contrario a Cristo. E il mondo ha coscienza di voler distruggere tutta la forza di Gesù, il suo progetto e la sua missione. Dove li distrugge, più forte Egli si eleva. L’unione di tutti è la forza del Cristo e della sua azione.
947. Una missione da vivi
Dio non sbaglia nel suo disegno di fare convergere tutte le cose verso Cristo (Ef. 1,10). Il successo di Dio non dipende dalla società. Non risolveremo le questioni di Dio in un dibattito TV, o in qualche articolo di giornale. Quanta persone hanno pensato di aver già distrutto la Chiesa. E dove stanno ora? Possiamo distruggere alcune culture che hanno la facciata di cristiane, ma non distruggiamo il Cristo vivo. I giudei, nel crocifiggere Gesù, pensavano di aver risolto il problema. E così avvicinarono la soluzione: dar vittoria all’amore di Dio per l’umanità. Noi partecipiamo della sua vittoria e portiamo avanti la missione di vita in Cristo. Restando uniti a Lui partecipiamo delle sue sofferenze, ma anche della sua vittoria. Non abbiamo da temere perchè la forza della sua risurrezione dai morti e data per noi. Vinceremo in Cristo