Guardare per vedere.
L'atto di fede apre gli occhi
Essere illuminato è la condizione del cristiano
nº 1010
Omelia 4a. Dom. Quaresima
3.4.2011
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Signore, io credo
Lavarsi per vedere
Nella lettura del testo di Samuele c’è un orientamento per la celebrazione di oggi: vedere come Dio vede. Dio disse a Samuele: “non guardare alla sua apparenza nè alla sua grande statura. Io non giudico secondo i criteri umani. L’uomo vede l’apparenza ma il Signore guarda il cuore” (1 Sam.16,7). Gesù nell’aprire gli occhi al cieco nato, senza che egli lo chieda, indica che, vedere come vede Dio è dono della fede. E’ per la Fede che si acquisiscono i criteri di Dio per vedere, non solo per guardare. Vedere nel senso di contemplare Dio e la salvezza di Gesù. Gesù apre gli occhi a un cieco. Era la festa dei Tabernacoli nella quale si celebrava la consegna della Legge di Dio a Mosé. Gesù è la legge nuova. Egli invita il cieco a lavarsi nella piscina di Siloe che significa inviato. Nel Battesimo il catecumeno si lava nel Cristo, l’Inviato di Dio. Nella dinamica liturgica dell’Anno A, si approfondisce la tematica battesimale. In questa domenica i catecumeni sono chiamati “illuminati”. Partecipiamo della luce di Cristo. Per questo leggiamo il vangelo della guarigione del cieco nato che non aveva mai visto la luce. Il miracolo vuole mostrare proprio il passaggio dalla tenebra più completa alla luce più completa. “Eravate tenebra e ora siete luce nel Signore” (Ef 5,8). Paolo dice che la luce si manifesta attraverso le opere della luce. A chi è battezzato è detto: “ Svegliati o tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà” (14). Il fango fatto con la saliva, che Gesù passa sugli occhi del cieco, simboleggia la vita. Nella creazione dell’uomo Dio dona la vita soffiando sul fango. L’uomo vive di Dio che gli dà la vita. Gesù comanda al cieco di lavarsi. Il battesimo lava. Il battezzato vive in Dio che è Luce. Gesù dice: “Io sono la luce del mondo”. Ogni cecità invoca la luce. La cecità del male e del peccato invoca la luce che libera. Gesù è la luce che si offre. Dopo l’atto di fede, il cristiano vive nella Luce. Questo miracolo, più che guarigione, è un segnale della Gloria Divina.
Il Signore è il mio Pastore
Gesù è la luce del mondo che, “per il mistero dell’Incarnazione, ha portato la luce della fede all’umanità che camminava nelle tenebre” (prefazio). Il senso del salmo 21, che usa l’immagine del pastore, si realizza in Gesù che condurrà alle acque del battesimo. In questo rito sono lavati gli occhi per vedere come Dio vede. L’atto di fede apre gli occhi. Il Battesimo ci introduce in questo “campo” del buon pastore, che è la Vita Eterna. Ciò che è fondamentale nel testo è mostrare che Gesù è il Figlio di Dio. Per avere dunque uno sguardo nuovo occorre dire: “io credo, Signore” (Gv 9,38). Chi è chiamato alla fede sceglie Dio. Non abbiamo merito, come David. Questi è unto con l’olio. L’unzione del cieco è con la saliva, più preziosa dell’olio, nel senso che è il dono più prezioso di una persona. E’ la nuova creazione, mentre la prima sta nel gesto di Dio che soffia sull’uomo fatto di fango affinchè diventi vivente (Gn 2,7). Gesù mette saliva sopra gli occhi del cieco perchè, venga lavato e riceva la visione piena con l’atto di fede. Il fango simboleggia la fragilità che è trasformata ed elevata a partecipazione della Luce che è Gesù.
La festa ormai vicina
Nella prospettiva della festa di Pasqua c’è il tema della gioia per la salvezza che si avvicina: “Illumina i nostri cuori con lo splendore della tua grazia” (dopo-comunione). Essere illuminato è la condizione del cristiano. Rinnovarsi è guardare con gli occhi della fede l’Acqua Viva del Battesimo, come si fa nella rinnovazione delle promesse battesimali. Celebrando la Risurrezione del Signore, dopo la preparazione quaresimale, a Pasqua possiamo rinnovare la nostra fede e dire: “io credo, Signore!”. In questa domenica, chiamata Laetare (4^ di Quaresima), la gioia della Pasqua ormai vicina, apre i nostri occhi per vedere le meraviglie che Dio ha fatto per noi in Gesù, da Lui inviato.
Letture: 1 Sam. 16, 1b.6-7.10-13ª; S. 22; Ef. 5,8-14
Vangelo: Giovanni 9, 1.6-9.13-17.34-38.