nº 1007
Articolo
p. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
25.03.2011
924. Un mistero di Dio
Giovanni, nel suo Vangelo, nel proclamare l’Incarnazione del Verbo Eterno, il Figlio di Dio, dice che Egli piantò la sua tenda in mezzo a noi. Tenda significa la presenza di Dio nella nostra condizione umana. Nel dire che : si fece carne, spiega che è diventato ciò che siamo noi. Dicendo che Gesù piantò la sua tenda in mezzo a noi, non vuol dire che, con il passare del tempo questa è diventata una baracca abbandonata, che da un momento all’altro può cadere. Nella società succede questo. Ma Gesù supera i tempi. Nel momento dell’Incarnazione nel seno di Maria Egli ha assunto totalmente la condizione umana. Questo mistero di Dio non può essere scambiato per una cosa da nulla. Non c’è confronto con altre autorità spirituali. Dio si è fatto uomo, e nella professione di fede così preghiamo: “Credo in Gesù Cristo suo unico Figlio nostro Signore, il quale fu concepito per opera di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto, discese agli inferi, il terzo giorno risuscitò da morte, salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre Onnipotente, di là verrà a giudicare i vivi e i morti” (credo apostolico). Crediamo in una persona concreta che esiste da tutta l’eternità e si è fatto uomo. Sulla terra vive la sua storia e ritorna al Padre con tutto il potere e la gloria. E’ una fede non negoziabile. E’ Dio con noi, per noi e in noi. Quando smettiamo di credere nell’umanità di Cristo, con tutte le sue implicazioni, ci stiamo facendo una religione solo spirituale che non entra nella realtà umana. Quando invece pensiamo solo all’umano, perdiamo di vista la dimensione della vita eterna e la dimensione divina che ci è stata data grazie all’Incarnazione. Egli fu tanto umano che, coloro che non Lo hanno accolto lo hanno rifiutato al punto tale da dargli la morte.
925. Un Mistero che è cammino
Il Mistero dell’Incarnazione non è solo una bella storia del passato . Egli rimane in mezzo a noi. Questa verità è un cammino di redenzione e un modo di essere Chiesa. Questo mistero deve penetrate tutta la realtà del mondo. La grande tentazione della Chiesa è allontanarsi dall’Incarnazione. Se lo fa perde la sua capacità di trasformare il mondo. L’ideologia spirituale non salva. Nella sua condizione umana Egli ci insegna a fare la volontà del Padre. E’ in questa volontà che egli si è fatto nostro Redentore. Fare la volontà del Padre è desiderare che tutti si salvino. La Chiesa deve incarnarsi nel mondo come Gesù si è incarnato...”Egli è stato tentato in tutto a nostra somiglianza eccetto il peccato” (Eb 4,15). Egli umiliò se stesso. Perchè la società ha paura di Gesù? Perchè Egli chiede da noi di essere persone umili, e questo non ci aggrada.
926. Nella carne della Madre
Gesù si è incarnato nel seno di una donna, come tutte le donne. Tu, moglie e madre, puoi capire Maria, guardanto te stessa. Da lei Gesù ha preso tutto quello che un figlio umano riceve da sua madre nell’essere concepito e portrato nel grembo per nove mesi. Conoscendo Gesù, possiamo conoscere sua madre. Molti dei tratti di Gesù, anche quelli spirituali, li ha assunti da Maria. Noi preferiamo una Maria miracolosa e bellissima, come contempliamo nei quadri e nelle immagini devozionali. E ci dimentichiamo di quella donna del popolo, abbronzata dalla dura vita della gente semplice, dal lavoro, dal sole forte, dalle debolezze della vita. Se la vita del popolo è dura al giorno d’oggi, immaginiamo duemila anni fa. Non possiamo separare Maria dall’umanità del Figlio, in quanto all’umanità. Egli ha assunto la nostra condizione per collocarci in comunione con Dio e farci diventare, per così dire, divini (divinizzazione dell’uomo). Maria porta in seno la divinità che è l’Uomo Dio, suo Figlio. Così possiamo, celebrando l’Incarnazione celebrare la Madre che Lo ha concepito.