Contempliamo nel Gesù trasfigurato il nostro futuro,
Purifichiamo lo sguardo della fede per non vivere di teorie,
Trasfigurazione: è la nostra vocazione fondamentale
È il già ma non ancora!,
L’uomo non è solo polvere, ha anche una dimensione divina che lo fa “danzare nelle nuvole”,
Vivere la Parola è la nostra Trasfigurazione,
Quaresima non è penitenza: è gloria, vittoria e risurrezione
n. 1006
Omelia 2^ Dom. Quaresima
20.3.2011
p. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Visione della Gloria
Purificare gli occhi della fede
La Quaresima punta alla Gloria. Domenica scorsa abbiamo sofferto l'angustia delle tentazioni. Ora viviamo la serenità della presenza di Dio in Cristo, nell’alto della montagna. Era tanto bello che Pietro disse: “E’ bene per noi stare qui”. La nostra fede non è solo sofferenza, tentazione, purgatorio: “E’ allegria e pace nello Spirito Santo” (Rm 14,17). Abbiamo fatto una religione della paura, Gesù ha impiantato invece un Regno che è gioia per tutti. La tentazione ha come frutto la perseveranza (Gc 1,2). Questo vangelo mostra il futuro glorioso della Risurrezione, dopo aver passato la tentazione e la dolorosa Passione. Ciò che i discepoli sentono al riguardo è espresso da Pietro quando dice: “E’ bene per noi stare qui”. Gesù si manifesta tutto trasformato e glorioso. Mostra, così, come saranno anche i discepoli. Un insegnamento importante di questo vangelo è la centralità di Gesù nel Nuovo testamento: appaiono Mosé ed Elia a parlare con lui (Mt 17,3). Gesù d’ora in poi sarà la Legge e la Profezia, Mosé ed Elia. Non ci sarà nessun altro da ascoltare. Certamente i primi cristiani erano ancora molto legati alla legge antica. E questo si manifesta nel desiderio di Pietro di costruire tre tende, come a voler dire che i due più grandi personaggi del popolo d’Israele continuano ad essere ancora presenti nella comunità. Ma il Padre mostra che ora colui che parla è Gesù, il Figlio Amato. Per questo dice “Ascoltatelo!”. La vita cristiana è un processo permanente di trasformazione. Purificato lo sguardo della nostra fede (colletta), vedremo la verità di Gesù. Abbiamo bisogno del “collirio” che ci offre Giovanni nell’Apocalisse per poter vedere (Ap 3,18). Non possiamo fare un cristianesimo senza Gesù, basato solo su delle formule, idee o teorie spirituali che non sempre sono vangelo e che corrispondono a ideologie politiche. Non si riesce sempre a capire come si sviluppano certe manie nella religione che non hanno niente a che vedere con il Vangelo. E’ necessario purificare. Questo è stato il cammino di Abramo per essere benedizione per tutti
Vocazione Santa
La vita cristiana ha come vocazione fondamentale la nostra trasformazione in Cristo. A partire dal momento che accettiamo Gesù nella nostra vita, e anche da piccoli, cominciamo questa trasfigurazione, poiché la vita cristiana è dominata dalla grazia. Quello che accade con Gesù in quel momento è figura della Risurrezione. La sua Risurrezione nella nostra vita realizza questa trasfigurazione. Già in questa terra partecipiamo delle cose del cielo (orazione del dopo-comunione). Non viviamo di novità, ma invece lottiamo come ha fatto Gesù. Egli ha fatto sempre quello che il Padre gli comandava di fare (Gv 5,36). Soffriamo per il Vangelo, come Paolo invita Timoteo: “Soffri con me per il Vangelo, fortificato dalla grazia di Dio” (2 Tim 1,8b). La sofferenza non è il dolore, ma l’impegno di crescere e trasformarsi in Cristo, affrontando lo sforzo che questo comporta.
Ascoltare il Figlio
Preghiamo: “nutri la nostra fede con la tua parola e purifica gli occhi del nostro spirito perché possiamo godere la visione della tua gloria.” (colletta). La soluzione che l’evangelista Matteo suggerisce per superare la tentazione di voltarsi indietro e di non impegnarsi nella trasformazione è di ascoltare la Parola del Figlio. Ascoltandola si partecipa all’amore che il Padre ha per il Figlio, il Diletto. La trasformazione è realizzata dallo sforzo, ma soprattutto dalla grazia. Questa è il frutto dei sacramenti che celebriamo, in modo particolare dell’Eucaristia: questa offerta che ci trasfigura interiormente per poter celebrare la Pasqua ( “Questa offerta, Signore misericordioso, ci ottenga il perdono dei nostri peccati e ci santifichi nel corpo e nello spirito, perché possiamo celebrare degnamente le feste pasquali.”).Celebrare la Pasqua in ogni Eucaristia è essere trasformato per continuare la missione di annunciare, anche se ancora non vediamo il Gesù glorioso.
Letture: Gen. 12, 1-4; Salmo 32; 2 Timoteo 1,8b-10;
Vangelo Matteo: 17, 1-9