nº 1003
Articolo
p. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Mercoledì delle ceneri 2011
918. Ricordati che sei polvere.
Iniziamo il tempo di Quaresima. Nella spiritualità cristiana ci sono tempi propizi per rivedere la nostra vita e disporci a comportamenti più coerenti col Mistero Pasquale del Cristo che celebriamo in tutta la sua intensità e splendore in questa Vigilia Pasquale (benedizione delle ceneri). Il popolo dell’Antico testamento era invitato dai profeti alla conversione, e si facevano celebrazioni penitenziali per purificarsi dai peccati. I profeti gridavano: “Tornate a me con tutto il vostro cuore, con digiuni e lacrime e gemiti” (Gioele 2,12). Il peccato è l’espressione più completa della nostra fragilità. Siamo polvere e una polvere che non sempre produce vita. La parola di Dio lo riconosce: “ Sei polvere e in polvere ritornerai” (Gn 3,19), com’è descritto all’inizio delle Scritture dopo la condanna dell’uomo. L’uomo è come il fiore del campo che oggi è vivo, ma ad una folata di vento, già scompare (S. 103,15). La fragilità dell’uomo fa parte della sua condizione di creatura finita. Questa fragilità deteriora l’essere profondo dell’uomo quando esiste il peccato, che è il rifiuto di Dio e anche il rifiuto della finalità umana di cercare Dio nella comunione dei fratelli. La Scrittura di oggi dà l’esempio di questo egoismo raccontando l’onda del male che cresce dopo il peccato. Caino uccide Abele. Il male si propaga in tutto l’universo, portando pregiudizio a tutta l’innocente creazione. Se non ci sarà il riconoscimento della fragilità e la conversione del cuore, come suggerisce Gesù nel Vangelo, la terra ritornerà, anch’essa, polvere senza vita. Il rito delle ceneri non è un ricordo antico, o una superstizione , ma è una profezia di oggi per salvare le persone e il mondo. Per questo Paolo invita ad approfittare di questo tempo favorevole: “è ora il momento favorevole, è ora il tempo della salvezza” (2 Cor 6,2).
919. Forza per vincere
In Quaresima ricordiamo il digiuno di Gesù. Egli ha sofferto la tentazione in tutta la sua vita. L’ha vinta. Fare penitenza non è soffrire. E’ fortificarsi. Le persone si sottopongono a duri comportamenti pur di mantenersi in forma. Un atleta è in continuo esercizio per poter vincere in gara. Alla stessa maniera, per portare la nostra natura umana e spirituale ad essere pronta per vincere il male che ci circonda e di vivere sani abbiamo bisogno di un allenamento vigoroso. La penitenza ci fortifica nel combattimento contro lo spirito del male (dall’orazione della liturgia propria). C’era un tempo in cui la penitenza consisteva nel castigare il corpo. Gesù insegna invece a domare il cuore che è la fonte dei nostri desideri. L’uomo vincerà se saprà vincere il proprio cuore divenendo di nuovo padrone dei propri sentimenti, desideri e affetti. Se il digiuno, la penitenza e l’elemosina non entreranno nella nostra anima, non saremo pronti. Se non si è stati provati non si potrà essere comprovati !
920. tempo di conversione
Il motivo della Quaresima è l’invito: “Lasciatevi riconciliare con Dio” (2 Cor 5,20). Cercate il Signore e Egli si lascerà trovare. Per questo Gesù dice che è necessario avere il viso gioioso, perché non è il dolore, ma il cambiamento di abitudini che ci porta all’incontro con Dio. E’ il tempo di raccoglierci un po’ di più dentro noi stessi e, nella preghiera, conoscere meglio il nostro animo e lavorarlo affinché sia più adatto ad affrontare il mutamento che La Pasqua esige da noi: “Noi vi esortiamo a non ricevere invano la grazia di Dio” (2 Cor 6,1).
Letture: Gioele 2, 12-18; Salmo 50; 2 Cor. 5, 20-6,2;
Matteo 6, 1-6.16-18