Ventesimo Giorno
La Donna e la Salvezza del Mondo: (*)
Castità è capacità di unificazione
Le litanie di Loreto chiamano la Vergine: Stella del Mattino.
Era il nome di Lucifero; secondo un’idea spesso ripetuta nei Padri, Lucifero, stella del mattino, era l’essere più vicino a Dio, il suo alter-ego, ed è proprio questa prossimità che rende comprensibile la caduta vertiginosa nella concupiscenza di essere come Dio.
La Vergine prende il suo posto e questo spiega perché, liturgicamente, essa sia a capo delle potenze angeliche. L’immagine cosmica che descrive esattamente la donna nella sua essenza è quella che la vede come centro luminoso del firmamento. E questa freschezza mattutina ci parla ancora della castità: In greco sophrosyne significa integrità ed integrazione: è il principio religioso della capacità di unificazione.
In un’antica preghiera liturgica, l’uomo si rivolge alla Theotokos e domanda: “Con il tuo amore lega l’anima mia”, rendimi coerente; dall’aggregato, dall’ammasso degli stati psichici, fa nascere l’unità, l’anima.
Per la sua struttura religiosa, la donna è questo atto di integrazione vivificante, la sola che sia in grado di opporsi all’opera di demolizione e di disumanizzazione in cui si immerge sempre più profondamente il genio maschile moderno. In questo senso vanno interpretate le parole di Bardjev, quando egli accenna al “ruolo infinitamente significativo” della donna e dice che essa “occuperà un posto decisivo nella storia futura, nella rinascita religiosa contemporanea.”
(cominciano con questo articolo e nei prossimi quattro, alcune riflessioni teologiche ad opera del teologo ortodosso laico Pavel Evdokimov (1901-1970). Fu invitato come osservatore della Chiesa ortodossa al Concilio Vaticano II nel 1965.Visse a Parigi)
(*) – In La Donna e la salvezza del mondo –Jaca Book 1989 – p.159)