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Diciannovesimo Giorno
 
 
 
Il culto dovuto a Maria
 
Per Maria si parla di culto di iperdulia, che è inferiore a quello dovuto a Dio (di latria) e superiore a quello prestato ai Santi (dulia).
Questo secondo la grande tradizione che dai tempi apostolici arriva a noi, resistendo agli attacchi dei protestanti e  razionalisti, che accusano i Cattolici d'idolatria, ostinandosi a rifiutare anche il senso più elementare ed umano dei termini. Nella Preghiera, lo Spirito Santo ci unisce alla Persona del Figlio unigenito nella sua Umanità glorificata. Per essa ed in essa la nostra preghiera filiale entra in comunione, nella Chiesa, con la Madre di Gesù.
Dopo il consenso dato nella fede al momento dell'Annunciazione e mantenuto, sensa esitazione, sotto la croce, la maternità di Maria si estende ora ai fratelli e alle sorelle del Figlio suo, ancora pellegrini e posti in mezzo a pericoli e affanni. Gesù, l'unico Mediatore, è la Via della nostra preghiera; Maria, Madre sua e Madre nostra è pura trasparenza di lui: ella mostra la Via (Hodighitria) ne è il segno, secondo l'iconografia tradizionale in Oriente e in Occidente.
E' a partire da questa singolare cooperazione di Maria all'azione dello Spirito Santo, che le Chiese hanno sviluppato la preghiera alla santa Madre di Dio, incentrandola sulla Persona di Cristo manifestata nei suoi misteri. Negli innumerevoli inni e antifone in cui questa preghiera si esprime, si alternano di solito due movimenti: l'uno magnifica il Signore per le grandi cose che ha fatto per la sua umile serva e, mediante lei, per tutti gli uomini; l'altro affida alla Madre di Gesù le suppliche e le lodi dei figli di Dio, dal momento che ora ella conosce l'umanità che in lei è sposata dal Figlio di Dio.
Questo duplice movimento della preghiera a Maria ha trovato un'espressione privilegiata nella preghiera dell'Ave Maria.
La pietà medievale dell'occidente ha sviluppato la preghiera del Rosario, sostitutiva per il popolo della Preghiera delle Ore. In Oriente, la forma litanica dell'Acatisto e della Paraclisis, è rimasta più vicina all'ufficio corale delle Chiese bizantine, mentre le tradizioni armene, copta e siriaca, hanno preferito gli inni e i cantici popolari in onore della Madre di Dio. Ma nell'Ave Maria, nelle theotokia, negli inni di sant'Efrem o di san Gregorio di Narek, la tradizione della preghiera rimane fondamentalmente la stessa.
Maria è l'orante perfetta, figura della Chiesa. Quando la preghiamo con lei aderiamo al Disegno del Padre, che manda il Figlio suo per salvare tutti gli uomini. Come il discepolo amato, prendiamo con noi la Madre di Gesù, diventata la Madre di tutti i viventi. possiamo pregare con lei e pregarla. La preghiera della Chiesa è come sostenuta dalla preghiera di Maria alla quale è unita nella speranza (Catechismo C.C. 2673-6; 2678-9).
 

 
 
 
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