§ La Vergine Maria nella riflelssione teologica
Conveniva che la Madre del Verbo somigliasse come nessun'altra creatura al Padre di Lui; ossia che sulla terra Gesù avesse una Madre più affine possibile all'eterno Padre quanto alla perfezione , alla sufficienza, all'autonomia, all'inalterabilità con la quale Egli, da sempre genera il Verbo. Perciò una madre umanamente così perfetta da superare la comune condizione di ogni donna, sotto ogni riguardo: fisico, affettivo, intellettuale, morale.
Al Verbo Incarnato, inoltre, non conveniva un altro padre diverso da Quello che lo aveva mandato sulla terra a compiere la Sua Volontà.
Inoltre il privilegio dell'Immacolata concezione di Maria supera quello della verginità: accettato l'uno, è quanto mai ragionevole accettare anche l'altro, perchè "il più" contiene "il meno".
Conveniva che il Secondo Adamo, padre della nuova stirpe dei credenti, generati "non da sangue né per volontà d'uomo" fosse concepito solo per virtù dello Spirito .
Riguardo alla verginità di Maria durante il parto, la teologia ci fa riflettere anche sul valore dell'integrità fisica che è sempre "segno sensibile" di quella spirituale, e dunque minimizzarla non è sensato. Inoltre il concepimento verginale non è affatto inferiore al "parto verginale", se si accetta il primo non c'è argomento che possa indurre a respingere il secondo. Tutto si è verificato all'insegna del gratuito, del soprannaturale che fa capo al Mistero dell'Incarnazione del Verbo.
E' sempre la superiore logica del mistero, che obbliga a trascendere le leggi della natura anche a proposito del parto di Maria. Stando ai dati della Rivelazione, esso è avvenuto in modo diverso da quello costantemente seguito in ogni naturale processo generativo, talmente che dobbiamo rinunziare a spiegarlo in base alle nostre conoscenze scientifiche.
Maria, insomma, è Madre di Gesù come nessun'altra donna può ritenersi madre di suo figlio.
Della verginità seguita al parto, poi, si ha una prova sufficientemente seria nel fatto che Gesù, morendo affida alla Madre soltanto a Giovanni, certamente non generato da Lei. E se spesso si attribuiscono fratelli al Signore, è anche vero che non si accenna mai ad altri figli di Maria. Inoltre secondo il costume ebraico, riflesso nel linguaggio biblico, solevano chiamarsi fratelli e sorelle tutti i parenti, specialmente in secondo grado (come spesso avviene anche nella nostra Italia del sud). Ed anche l'obiezione riferita alla parola "figlio primogenito" è da mettere in relazione con il linguaggio del tempo che chiamava tale il primo figlio nato, anche se restava poi l'unico, come risulta, oltre tutto, da un epitaffio giudaico scoperto recentemente in Egitto.