NONO GIORNO
§ Maria vera Madre di Dio – art. 1
E’ una delle grandi verità di fede solennemente definite dalla Chiesa contro Paolo di Samosata, Teodoro di Mopsuestia e Nestorio, in base ad evidenti espressioni bibliche, all’unanime tradizione dei fedeli e dei Padri, e alla stessa logica dei rapporti oggettivi correnti tra Gesù e Maria.
Nell’estate del 431, ad Efeso, i Padri del Concilio ecumenico, dopo aver precisato che Maria è vera “Madre di Dio” (Theotokos) avendo Ella generato la natura umana del Verbo, sentenziarono: “Si quis non confitetur Deum esse secundum veritatem Emmanuel et propter hoc Dei genitricem, sanctam virginem (genuit enim carnaliter carnem factum qui est ex Deo Verbum) anathema sit” (DS 252).
Indescrivibile l’esultanza con cui il popolo della cittadina accolse la definizione conciliare.
Il ragionamento dei Padri conciliari era stato impeccabilmente logico: Maria è la vera madre di Gesù; Gesù è lo stesso Verbo (e perciò Dio come il Padre); dunque Maria è Madre di Dio.
Del resto diciamo che Dio, nella persona del Cristo, è realmente nato e morto, secondo il principio metafisico che obbliga ad attribuire alla persona tutto ciò che ad essa appartiene e di cui essa risponde. Dunque, accettata l’unione ipostatica, la divina maternità di Maria risulta assolutamente fondata, innegabile.
D’altra parte, quanto all’uomo, il processo generativo si limita a disporre il corpo ad essere informato dall’anima intellettiva, creata volta per volta immediatamente da Dio. Ciò, nonostante, diciamo che questo e quell’individuo è realmente “figlio” della tale o tal altra donna. Perciò credendo che Maria, è Madre di Dio non intendiamo affermare assurdamente che Ella abbia prodotto la natura divina del Cristo, come temeva Nestorio; ma semplicemente che, generando la sua natura umana, è Madre di Lui in quanto uomo, in quanto Soggetto avente quella particolare natura da Lei concepita.