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QUINTO GIORNO  §- Le ragioni del dogma sull’Immacolata Â
 La ragione biblica fondamentale dalla quale sono derivate tutte le altre, comprende due testi: uno risale alle origini dell’umanitĂ ; l’altro interessa personalmente Maria.  1°) – E’ la sentenza di condanna pronunziata da Dio contro il serpente nell’Eden: “io porrò inimicizia tra te e la donna, fra la tua e la sua discendenza; questa ti schiaccerĂ la testa, e tu le insidierai il calcagno” (Gen 3,15). Tutti commentandolo, sono unanimi almeno in questo: la Donna, con la sua stirpe, realmente nemica del demonio può essere soltanto una creatura singolare, sottratta alla sua nefasta influenza; quindi preservata dal peccato fin dal primo istante della sua vita (Pio IX, Ineffabilis, DS 2801).      2°) – E’ nel saluto dell’arcangelo Gabriele alla Vergine, celebrata come LA PIENA GRAZIA (Lc. 1,28).. Ora tale non sarebbe, nel rigoroso senso dell’espressione, se Maria, sia pure prima nel concepimento, non fosse stata esente dalla colpa originale. Non meno significativo il parallelismo tra GesĂą e la Madre, tra la santitĂ dell’uno e quella dell’Altra: “Benedetta Tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!”: Madre e Figlio sembrano elevati al medesimo livello di grandezza: la Madre del Signore non può essere dissimile dal proprio Nascituro. La singolaritĂ per la quale Elisabetta la riconosce degna di benedizione può far sottendere il privilegio di cui parliamo (Lc 1,42)  Non può essere altro il senso di questi passi, come dal II secolo in poi intravidero i Padri della Chiesa. La ragione principale per la quale i maggiori esponenti della Scolastica negarono alla Vergine una concezione immacolata fu il timore che il privilegio attribuito alla Madre riducesse l’universalitĂ dei meriti del Figlio (S. Bonaventura , Sent. III; S. Tommaso, S.Th, III, q.14) Tutti però riconoscono a Maria la santitĂ che doveva renderla spiritualmente piĂą affine al Cristo. S. Anselmo sostiene che dobbiamo attribuirle la maggiore purezza concepibile dopo quella stessa di Dio (De Conceptu virginalis, 18, PL 158) Nel Medioevo durante la controversia, il piĂą illustre difensore dell’Immacolata fu senza dubbio il francescano Duns Scoto , ora venerato come beato, a cui dobbiamo le piĂą convincenti argomentazioni teologiche a favore del dogma. In conclusione, il massimo di grazia che, secondo Scoto, Maria convenientissimanente ha ricevuto, Dio può averglielo concesso soprattutto per disporla al massimo privilegio a cui era stata destinata diventando MADRE del Verbo. Â
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