Il pesciolino d'oro - Fiaba |
Fiaba russa di A. Afanas'ev Qui la proponiamo come strumento utile per la catechesi, parrocchiale o familiare, per trattare il tema del superbo orgoglio, che dopo aver preteso tutto, e tutto per se nel più chiuso egoismo, perde ogni immeritata conquista solo per aver voluto qualcosa di troppo, come il voler mettersi al posto di Dio e comandare anche su di lui. Qui nella fiaba Dio è in qualche modo rappresentato dal magico pesciolino. La storia fa pensare al peccato degli angeli ribelli che per orgoglio e superbia si ribellarono a Dio desiderando prendere il suo posto, e inducendo allo stesso peccato anche il primo uomo: Adamo. Sul mare oceano, sull'isola di Bujan, c'era una volta una piccola casetta, un'izba decrepita (L'izba è una casa russa di contadini, tutta in legno). Nell'izba vivevano un vecchio con la sua vecchietta.
Vivevano in grande povertà; il vecchio fabbricava le reti e andava al mare a pescare. Prendeva solo quei pesci che bastavano per il pasto quotidiano. Una volta, chissà come, il vecchio gettando la sua rete si accorse che era molto pesante, come mai gli era capitato. Tira e tira, faticò non poco , poi finalmente riuscì a tirar fuori la rete. Guarda, ma la rete è vuota; c'era in tutto un pesciolino, ma non un semplice pesciolino, era un pesciolino tutto d'oro. Il pesciolino pregò il vecchio con voce umana: "Non prendermi, vecchietto! E' meglio se mi lasci andare nel mare azzurro; e io ti sarò riconoscente: farò quello che vorrai". Il vecchietto pensò e ripensò, poi disse: "Che bisogno ho di te? Va' pure a passeggio nel tuo mare!". Così rigettò il pesciolino d'oro nel mare e tornò a casa. La vecchia gli chiede: "Hai preso molto, vecchio?". "in tutto ho preso solo un pesciolino d'oro, ma l'ho ributtato in mare. Mi pregò con tanta insistenza: lasciami andare, mi disse nell'azzurro mare e ti ricompenserò, farò tutto quello che vorrai! Ho avuto compassione del pesce, non ho voluto da lui un riscatto, ma l'ho lasciato libero a sua volontà" "Vecchio tonto! ti era capitata tra le mani una vera fortuna e tu non hai saputo prenderla." Rispose la vecchia, che si incattivì; cominciò a insultare il vecchio da mattina a sera e non lo lasciava mai in pace. "Dovevi chiedergli almeno un po' di pane, qui abbiamo solo delle croste secche: che cosa mangerai?" Il vecchio non si trattenne, andò dal pesciolino d'oro per chiedergli del pane. Il pesciolino nuotò a riva: "Di che cosa hai bisogno, vecchio?" "La vecchia si è arrabbiata, mi ha mandato a chiedere del pane" "Torna a casa: ci sarà del pane fin che ne vuoi" Il vecchio tornò a casa: "E allora , vecchia, c'è il pane?" - "Di pane ce n'è fin che ne vuoi. Ma ecco il guaio. Il mastello si è rotto, e non so dove lavare la biancheria. Va dal pesciolino e chiedigli un mastello nuovo". Il vecchio andò al mare: "Pesciolino, pesciolino! Mettiti con la coda in mare e con la testa verso di me". Il pesciolino arrivò: "Che vuoi vecchio?". "La vecchia mi ha mandato per chiedere un nuovo mastello". "Bene, avrai il mastello". Il vecchio tornò a casa, stava ancora sulla porta che la vecchia di nuovo si gettò contro di lui gridando: "Va' dal pesce d'oro, chiedigli di costruirci una nuova izba, non si può più vivere nella nostra, appena la guardi va in pezzi!. E il vecchio andò sul mare. "Pesciolino, pesciolino! Mettiti con la coda in mare e con la testa verso di me". Il pesciolino arrivò nuotando, si mise con la testa verso di lui e con la coda in mare e chiese: "Che cosa vuoi, vecchio?". "Costruisci per noi una nuova izba; la vecchia si lamenta e grida, non mi lascia in pace; non voglio, dice, vivere più in questa izba vecchia; appena la guardi va in pezzi!". "non rattristarti, vecchio! Va' a casa, e prega Dio. Tutto sarà fatto". Il vecchio tornò a casa. Nel suo cortile c'è una izba nuova, di legno di quercia, tutta con trafori e ornamenti. Gli corre incontro la vecchia, arrabbiata più di prima, impreca ancora contro il vecchio: "Ah tu, vecchio cane, imbecille! Non sei capace di servirti della fortuna. Ti ho chiesto un'izba, e tu, ecco, sarà fatto! No, invece! Va' di nuovo dal pesce d'oro e digli che io non voglio più essere contadina, ma moglie del capitano, in modo che la gente mi obbedisca, e quando mi incontrano, mi facciano l'inchino fino alla cintola" Andò il vecchio al mare, grida con grossa voce: "Pesciolino, pesciolino! Mettiti con la coda in mare e con la testa verso di me". Nuotò a riva il pesciolino, si mise con la coda in mare e la testa verso il vecchio: "Che cosa vuoi, vecchio?". Risponde il vecchio: "La vecchia non mi dà pace, è del tutto impazzita. Non vuole essere più contadina
ma moglie del capitano". "Bene, non affliggerti! Torna a casa, prega Dio, tutto sarà fatto". Il vecchio tornò a casa e invece della bella izba di solida quercia vi trova una casa di pietra, a tre piani. Nel cortile i servitori corrono di qua e di là, in cucina i cuochi battono e lavorano, la vecchia in un prezioso abito di broccato sta seduta su un'alta poltrona e dà gli ordini. "Salute moglie!"."Ha tu, rozzo ignorante! Come osi chiamar me tua moglie, me la moglie del capitano? Ehi, gente, portate questo contadinaccio nella scuderia e frustatelo quanto più potete". Subito i servitori accorsero, presero il vecchio per la collottola, lo trascinarono nella scuderia. Cominciarono a frustarlo, e lo frustarono a tal punto che egli a mala pena poteva reggersi sulle gambe. Dopo di che la vecchia gli diede l'incarico di portinaio, ordinò che gli fosse data una scopa, e che pulisse il cortile. Ordinò che gli fosse dato da mangiare e da bere in cucina. Mala vita per il vecchietto! Per tutto il giorno deve scopare il cortile, e non appena trovano che c'è qualche punto non pulito bene, subito nella scuderia! "Che strega!" pensa il vecchio. "Ha avuto una fortuna, e adesso si mette a grufolare come un maiale, e non mi considera più neppure suo marito!". Passò molto tempo, poco tempo, la vecchia si annoiò di essere moglie del capitano, fece chiamare il vecchio, e gli ordinò: "Va', vecchio tonto, dal pesciolino d'oro, e digli: non voglio più essere moglie del capitano, ma voglio essere zarina". Andò il vecchio al mare:"Pesciolino, pesciolino! Mettiti con la coda al mare e con la testa verso di me". Arrivò il pesciolino d'oro nuotando: "Di che cosa hai bisogno, vecchio?". "Ecco, la moglie è del tutto impazzita, più di prima. Non vuole essere moglie del capitano, vuole essere zarina". "non affliggerti, vecchio!" Va' a casa, e prega Dio. Tutto sarà fatto". Il vecchio tornò a casa, e invece del palazzo di prima c'è ora un alto castello dai tetti blu, intorno sentinelle che fanno la guardia. Davanti al castello c'è un verde prato. Nel prato ci sono i soldati, in fila. La vecchia è vestita da zarina. Viene fuori sul balcone con i generali e fa la rassegna delle truppe, sta attenta al cambio delle sentinelle. Rullano i tamburi, suona la musica, i soldati gridano: "Urrah!". Passò molto tempo, poco tempo, la vecchia si annoiò di essere zarina e ordinò di chiamare il vecchio, che si presentasse davanti ai suoi occhi luminosi. Ci fu una grande confusione , i generali si danno da fare, i servi corrono, ma non sanno dove sbattere la testa: "Quale vecchio!". A gran fatica riuscirono a trovarlo nel cortile delle immondizie, e lo portarono dalla regina: "Ascolta, vecchio tonto!" gli dice la vecchia. "Va' dal pesciolino d'oro e digli: non voglio più essere zarina, ma voglio essere la signora dei mari, in modo che tutti i mari e tutti i pesci mi ubbidiscano". Il vecchio tentò di rifiutarsi, ma che vuoi farci? Ti stacca la testa!. Con il cuore stretto, andò al mare e dice: "Pesciolino, pesciolino, mettiti con la coda in mare e la testa verso di me" Il pesciolino d'oro non si vede, proprio non si vede! Il vecchio lo chiama una seconda volta. Di nuovo, niente! Lo chiama una terza volta, e a un tratto il mare si gonfia e muggisce: prima era tutto sereno , pulito, e ora tutto nero. Il pesciolino nuota a riva: "Che vuoi, vecchio?". "La vecchia è diventata ancora più pazza: non vuole più essere zarina, vuole essere la signora del mare, dominare su tutte le acque, comandare a tutti i pesci".Il pesciolino d'oro non disse nulla al vecchio, si voltò e sprofondò nel mare. Il vecchio tornò a casa, guarda e non crede ai suoi occhi: il castello era come se non ci fosse mai stato e neppure la casa di pietra e la bella izba di quercia, ma al loro posto sta la vecchia izba decrepita e nell'izba sta seduta la vecchia con il suo vecchio vestito da contadina tutto stracciato.
Ricominciarono a vivere come prima, il vecchio ritornò alla sua pesca in mare; solo che, per quante volte gettasse le reti in mare, non riuscì più a prendere il pesciolino d'oro.
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