“Oggi è nato un Salvatore”
Il popolo vide una grande luce
“Quando il mistero è molto grande non si osa disobbedire!” Scrive Saint-Exupéry, nel Piccolo Principe. Lì, nel presepe, c’è il piccolo principe che osò obbedire al Padre e si fece piccolino. Io mi sento perso quando devo parlare o scrivere sul Natale. Sembra che non arrivo a percepire la grandezza del momento. Quando andai a Betlém, nella grotta della natività, guardando la stella d’oro sul pavimento a indicare “qui il Verbo si fece carne”, sono rimasto senza parole. L’unica cosa che potevo fare era ricordare tutti coloro che facevano parte della mia vita. Qualche volta questo è l’unico modo di reagire davanti al mistero. Intorno alla nascita di Gesù ci sono tanti sguardi silenziosi, ma luminosi: gli occhi di Maria, di Giuseppe, dei pastori, dei magi. Essi videro la grande luce! Quella stessa luce che sfolgorò nella notte in cui cantarono gli Angeli in coro. (Is 9, 1 e Lc 2,9). San Leone Magno, quando scriveva le orazioni sul Natale, parla di luce: “Dio che facesti risplendere questa notte santa con la chiarezza della vera luce…”. La luce porta la gioia, come i mietitori dopo la raccolta, come dopo la guerra di liberazione dall’oppressione. Tutto perché è nato il Bambinello. Egli è il Principe della Pace. La luce ci fa cercare un nuovo modo di vivere perché la grazia di Dio si è manifestata. Questa luce invade il mondo, come preghiamo nel prefazio:"Nel mistero dei Verbo incarnato è apparsa agli occhi della nostra mente la luce nuova del tuo fulgore". Questa luce è il Figlio di Dio: “In lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini. E la luce brillò nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta” (Gv 1, 4-5). La fede è accogliere Gesù. Ed è ciò che facciamo nella notte di Natale in cui vedendo l’umanità di Gesù siamo rapiti verso la divinità che in se non è visibile. (Prefazio).
Perché nascere così
Perché nascere così, tanto povero? Il presepio è bello. Ma cerchiamo anche di vedere qual’era la realtà. Poche persone, deposto nella mangiatoia, animali, semplicità. Per noi questo quadro è : la miseria. Ma che differenza fa per il Signore? Dio ha fatto così affinchè non vi fosse nessun ostacolo all’accoglienza. Nacque nel mondo dei poveri che erano la quasi totalità. Fu elencato come cittadino del mondo, nel grande impero romano, nella Giudea. Gesù di Nazareth è stato registrato come figlio di Giuseppe e Maria. “Qual è il nome di suo figlio?” domandarono: Giuseppe rispose: “Gesù!”. Nascosto il Figlio di Dio nel velo della carne. Gesù sta nelle fila di coloro verso i quali non si ha nessun rispetto, dei quali non si fa nessun conto. Egli venne per bruciare gli “stivali” all’assalto, dei nemici dell’uomo e i mantelli macchiati dal sangue di tante ferite. (Is 9,4).
Come sono belli i piedi che annunciano la pace!
I pastori furono animati dalla luce e dal canto: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini e donne che egli ama” (Lc 2,14). Il Natale ha il sapore di pace e di amicizia, di allegria, dello scambio dei doni. Ed è quello che Dio ha fatto con noi: “Accetta, o Padre, la nostra offerta in questa notte di luce, e per questo misterioso scambio di doni trasformarci nel Cristo tuo Figlio, che ha innalzato l'uomo accanto a te nella gloria.” (orazione sulle offerte) .Restiamo in pace con Dio. La liturgia etiope canta: “Cosa ti offriremo Signore? Il cielo ha donato la stella; gli angeli, il loro canto; la terra, la grotta; i pastori i loro doni; i magi i loro regali: E noi: noi abbiamo offerto una Vergine Madre”. Con Lei comprendiamo il Natale e annunciamo la pace. Nella liturgia di oggi, anche noi facciamo parte del Natale con il nostro cuore.
Letture:
Messa della Notte: Is 9,1-6; Salmo 95; Tt 2,11-14; Lc 2, 1-14
Messa dell’Aurora: Is 62,11-12; Salmo 96; Tt3,4-7; Lc 2,15-20
Messa del Giorno: Is 52,7-10; Salmo 97; Eb. 1,1-6; Gv 1,1-18