L’Avvento quest’anno ha come punto di partenza la riflessione sul grande profeta: Giovanni Battista. Il testo evangelico è solenne e ci mostra che Giovanni non è a caso nella storia - il più folle, si dirà – ma vivendo nel tempo inaugura il tempo di Dio. Dio entra nella storia dell’umanità e fa di essa la storia della salvezza. Giovanni , come Isaia (45, 3-5) e Baruc (5,7), è un profeta che prepara il cammino per la venuta gloriosa del Signore. La sua profezia allude alle grandi venute di Dio nel popolo quando le strade saranno pronte. La strada da preparare, da sempre, è quella del cuore, per questo predica la conversione. Giovanni predica nel deserto. Il popolo di Dio si costituirà tale nel deserto. Come Gesù, egli inizia con la predicazione della conversione indispensabile per preparare le strade del Signore. Questa è la vera preparazione. Dio non viene per un popolo privilegiato, perché la salvezza è per tutti, infatti: “Tutte le persone vedranno la salvezza” (Lc 3,6). Dobbiamo domandarci se stiamo preparando le strade per la permanente venuta del Signore per salvare il suo popolo, oppure stiamo mettendo ostacoli. “Nessuna attività terrena impedisca di andare all’incontro di vostro Figlio” (orazione). Forse abbiamo bisogno di ascoltare i profeti che parlano del deserto, fuori dai cammini battuti dove si vive il giogo degli interessi personali. Non sono condannati i valori umani. Ma devono essere giudicati come sapienza (dopo - comunione). La sapienza esiste solamente nei cuori convertiti.
Meraviglie ha fatto il Signore con noi
Il profeta Baruc fa una profezia con la quale consola il popolo che veniva portato in esilio, abbandonato per colpa delle sue deviazioni. Gerusalemme è il simbolo della sofferenza del popolo. Essa, come sposa abbandonata, ritorna al suo grande splendore. Il profeta descrive la grande trasformazione: “Partirono da te a piedi, spinti dai nemici, li riconduce, però, a te Dio portati con gloria come su trono regale “ (Bc 5,6) . Il Salmo esprime bene questo sentimento di liberazione: “Quando il Signore ricondusse i prigionieri, ci sembrava di sognare. Allora la nostra bocca si riempì di sorriso, la nostra lingua di canti di gioia. Allora si diceva fra le genti: meraviglie ha compiuto per loro il Signore!” (S. 125). La storia del popolo di Israele è costellata dalle meraviglie di Dio. Il popolo pecca, Dio castiga e poi ripristina l’antico splendore. La nostra storia di popolo redento in Cristo, registra ugualmente meraviglie compiute dal Signore. Sfortunatamente non sappiamo riconoscerle. Giovanni Battista è venuto come profeta per aprire questo cammino delle meraviglie di Dio , che, con la venuta di Cristo porta una salvezza piena e completa.
Che il vostro amore possa crescere sempre
La lettera di Paolo ai Filippesi è come un esempio del risultato dei cammini aperti per la nostra salvezza. Paolo si rallegra per la testimonianza che la comunità dà del Vangelo. Dio ha agito attraverso l’apostolo Paolo, grande profeta, che annunciò loro la salvezza. La comunità ha corrisposto. Paolo insiste che essa non puo fermarsi, ma deve crescere nell’amore e nel discernimento di ciò che è migliore. Il messaggio di Giovanni Battista per la nostra vita in questo Avvento è riconoscere le meraviglie che Dio ha operato in noi. Il riconoscimento ci porta a perfezionare continuamente la nostra conversione. Per altro lato dobbiamo continuare la stessa profezia di Giovanni, aprire le strade del Signore affinchè la salvezza arrivi a tutti.
Letture: Baruc 5, 1-9; Salmo 125; Filippesi 1, 4-6.8-11; Luca 3, 1-6 |