843.Gesù è modello di crescita
La Vita Divina in noi esige una permanente crescita in Cristo. La vita è sempre nuova in uno sviluppo integrale nei diversi aspetti dell’essere umano e spirituale. La Religione è una struttura. La Fede sta sempre in movimento. Gesù è sempre il modello. Quando Egli , bambino, si perse a Gerusalemme, non è la relazione di un avvenimento che ci viene fatta. E’ una istruzione sul suo legame con il Padre: “Non sapete che devo occuparmi delle cose del Padre mio?” (Lc 2,49). Ma il testo insegna anche la sua profonda condizione umana legata ad una famiglia: “Figlio mio perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre ed io, addolorati ti cercavamo (Lc 2,48). Gesù era di condizione divina ma anche umana. Perciò Luca conclude l’infanzia di Gesù con le parole: “Egli scese con loro e tornò a Nazareth, ed era loro sottomesso….E Gesù cresceva in sapienza, in età e in grazia, davanti a Dio e davanti agli uomini” (Lc 2, 51-52). Cresce nella coscienza e nell’esercizio della sua missione: “essendo stato tentato in tutto a nostra somiglianza, eccetto il peccato… imparò l’obbedienza dalle cose che soffrì , pur essendo Figlio” (Eb. 4,15 e 5,8) . Il cammino della sua vita è modello per il cammino dei suoi seguaci. Gesù afferma di se stesso: “Io sono la via (il cammino)” (Gv 14,6). Essendo il cammino, Egli è anche il modello del cammino da fare, colui che immette nel cammino ed è la forza del camminatore. Se perfino Gesù è cresciuto, perché noi abbiamo tante difficoltà ad accettare il cambiamento, la crescita, o nel cercare nuovi cammini spirituali. Non ci si fermerà neppure nella gloria eterna: “Noi riflettendo senza velo sul volto la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine di gloria in gloria, conforme all’azione del Signore che è Spirito” (2 Cor 3,18). Non siamo mai pronti. Fermarsi è regredire. Se stiamo bene, pensiamo che non dobbiamo migliorare. Questo mostra la nostra ignoranza di fede.
844. Revisione continua
Se nel Cielo noi cresceremo ad una velocità eterna, molto più dobbiamo sforzarci quando ancora siamo piccoli e fragili. La crescita fa parte della grandezza del cristiano. Anche Maria è cresciuta nella conoscenza di suo Figlio e nel suo amore. Anche lei ha sperimentato la notte della fede, come vediamo anche in Gesù. Il dono del discernimento dato dallo Spirito tocca la nostra capacità di autocritica e il saper discernere la nostra vita spirituale. Il primo passo è sempre avere coscienza che non siamo completi né perfetti. Non dobbiamo avere l’atteggiamento malsano dello scrupolo o della insicurezza su noi stessi. Occorre discernere ciò che siamo sotto la luce dello Spirito e della Parola di Dio, per avere una sicurezza umana, anche se non assoluta, di dove stiamo. Un secondo passo è tendere ad una maggiore perfezione, senza restare ad autoflagellarci, ma cercando con serenità il meglio. Altro passo è non aver paura della fragilità. Sapersi debole è crescere.
845. Configurarsi a Gesù
La nostra preoccupazione deve essere quella di configurarci a Gesù. Il padre ci vuole sempre più somiglianti a suo Figlio: “Poiché coloro che da sempre egli ha fatto oggetto delle sue premure li ha anche predestinati ad essere conformi alla immagine del Figlio suo…”(Rm 8,29). Noi conosciamo la persona di Gesù dai Vangeli non dai libri di pietà o dalle rivelazioni, e nemmeno da certe posizioni dei predicatori. Se tutte queste cose sono in accordo con la Parola, sono anche buone. Ma a volte usiamo il Vangelo per comprovare le nostre idee o lo interpretiamo a partire dal nostro modo di vedere. Così ci facciamo un Gesù a nostra immagine e non noi a sua immagine. C’è molta politica nel nostro modo di interpretare il vangelo. Vogliamo sempre spingere l’acqua al nostro mulino!
Pe. Luiz Carlos - Liturgia 
