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Gesù Redentore - Un Salvatore diverso
 
 

n. 937
articolo
p. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista


 

Un Salvatore diverso

 Venne fra i suoi

 Quando celebriamo il Natale abbiamo davanti a noi la figura meravigliosa di un bambino che ci incanta. Il vangelo di Giovanni va al di là della bellezza  plastica del momento  per mostrare la bellezza Divina. Giovanni ha toccato il Verbo della Vita con le sue mani (1 Gv 1,1). , per questo ne ha potuto parlare. Dio, nella sua infinita bontà e creatività, ha voluto salvare l’umanità. Per questo ha mandato suo Figlio. Facile e ben organizzato. Ma che significa che Dio ha mandato il Figlio nel mondo per salvarlo?  C’è stato uno spoliamento totale del Cristo che, pur non perdendo la Divinità, ha lasciato tutto e si è fatto bambino, della razza umana, di un popolo determinato che Egli ha assunto in quel momento della storia. Gesù ha assunto la vita di Redentore  in modo tale che nessuno dubitasse che Egli fosse una persona. Solo a partire dalla Risurrezione la sua divinità diventa  chiara per i suoi discepoli. Ma anche così, è solo con la venuta dello Spirito Santo che comprenderanno definitivamente che quell’uomo era Dio. Egli venne per coloro che erano suoi e non impone ma aspetta che accettino. I suoi miracoli, le sue parole sono indirizzate ai semplici e preparano il cuore per la professione di fede. Leonardo Boff scrive che i discepoli, vedendo Gesù così umano, arrivarono alla conclusione che: “un uomo così può essere solo Dio”. Il Nostro Redentore ha assunto la condizione di salvatore che, secondo la legge di Dio, è colui che  si rende totalmente responsabile del suo parente prossimo. Egli si fa nostro “goel” , cioè nostro parente, responsabile della nostra liberazione. Egli è venuto per coloro che erano suoi scegliendo di stare dalla nostra parte. Per quanto la redenzione possa essere  riparazione, essa è soprattutto amore. Le braccia aperte del Figlio sono l’abbraccio del Padre al figlio perduto che ritorna a casa e riceve i beni persi.

 

Redenzione è amore

 Dio offre la redenzione attraverso il Figlio. Nessuno la  meritava, “Ma Dio ci dà prova del suo amore per noi nel fatto che, mentre ancora eravamo peccatori, Cristo morì per noi” (Rm 5,8). Lungo il corso della storia, i teologi hanno cercato molti modi per spiegare la Redenzione. Molto semplicemente: Dio ci ha redenti perché ci ama. Ma perché arrivare fino alla morte di Croce? Sant’Alfonso risponde: “Perché nessuno avesse dubbi del suo amore totale per noi”. Abbiamo paura dei nostri peccati e dei nostri mali perché temiamo un castigo. Sant’Alfonso dice che non dobbiamo avere paura, perché Gesù ha già pagato per noi la penitenza dei nostri mali. Ora tocca a noi navigare nelle acque della grazia della redenzione e lasciar scaturire dal nostro petto lo stesso amore col quale Gesù ci ha salvato.

 

Collaboratori della Redenzione

 I redentoristi, missionari che curano il Santuario Basilica del “Divino Pai Eterno”, e di quello di “Aparecida”, celebrano nella 3^ Domenica di Luglio la festa del loro titolare, il Santissimo  Redentore. Il titolare sta sempre in campo. Attualmente sono più di 5.300 padri, fratelli e laici che vivono con questo nome di redentorista. Abbiamo la missione di far conoscere  Colui che molto ci ha amato  e che si è consegnato per noi. La missione di Gesù Redentore è liberare dai mali che ci legano e metterci nella comunione di vita con il Padre. Tutto questo  Egli lo ha fatto attraverso l’amore. Ci ha lasciato un modello da seguire, amare i più abbandonati e annunciare la Parola affinché tutti abbiano vita e l’abbiano in abbondanza.  Non è una missione esclusiva nostra. Tutti quelli che si dedicano al bene  del popolo di Dio sono redentori con Cristo. E’ importante aumentare la forza della redenzione affinché questa sia abbondante.

 
 
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