Eneregie del quotidiano
 
 

n. 935

Articolo
p. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
 

 

Energie del quotidiano

 816. Dio mi ha fatto così come sono

 La felicità non sta dove la cerchiamo ma dove la mettiamo nel nostro quotidiano. Il nostro giorno per giorno è intimamente legato a quello che siamo. Ci sono tanti bei discorsi sull’essere umano, ma ho paura che siano solo teoria che poi non corrisponde alla realtà. La prima realtà da considerare è che noi siamo così, ed è Dio che ci ha fatto tali. Il modo con il quale ci ha fatto non è stato un caso. In noi ci sono tante cose buone. Il salmo dice: “Sono stato formato in modo stupendo” (139,14). La persona umana non è complessa ma inesauribile. In se stessa ha tutto per essere felice e per costruire la felicità altrui. Le fragilità fanno parte del nostro essere, perché è limitato, e questo permette di continuare a crescere. E’ un essere aperto alla crescita. Paolo scrive: “Passiamo di gloria in gloria” (2 Cor 3,18). Gesù stesso usa molte volte l’immagine del seme che contiene in se tutto ciò che serve alla sua crescita. La tendenza della natura è di arrivare un giorno al proprio traguardo finale. Anzi: “Se il chicco di grano non muore non produce frutto” (Gv 12,24). Il nostro corpo è meraviglioso. Le potenzialità della mente e del sentimento sono infinite. Tutto deve essere sviluppato. Dire che l’uomo è stato fatto di fango  significa poter essere sempre modellato. L’osso della costola indica la partecipazione alla vita uno dell’altro, dell’uomo e della donna, nella complementarietà. I doni che possediamo, sia spirituali che corporali, sono unici nell’universo e non hanno limiti. E’ uno sgorgare della vita perché si abbia vita. Quanto bene facciamo agli altri!  Pensiamo alla moltiplicazione esistente in quello che facciamo. Fare il bene è moltiplicare la propria capacità. Ogni persona è un universo pronto a generare vita in tutti i sensi. Questo non si misura  con il lucro e l’accaparramento ma per il bene che si fa.

813.  Mio padre mi disse

 Le energie personali sono corroborate dalla forza e dalla vitalità della famiglia che ci ha generato e ci accoglie. Ogni famiglia ha delle meraviglie. Può succedere che abbia anche grandi mali. Ma non c’è nessuno che abbia solo male o solo bene. Anche la famiglia ha i limiti del peccato con le sue conseguenze, ma anche possiede la grazia di Dio che la sostiene nella fragilità. Tutti hanno doni ed eredità preziose. Da tutto ciò si prende la forza per vivere. Anche i deboli hanno doni e forza per fare il bene. Le famiglie hanno energie che provengono dalle tradizioni familiari e dalle preziosità della razza dalla quale originano e dalla formazione che ricevono. Se vediamo il lato positivo di ogni persona diventa più facile recuperare l’essere umano danneggiato. Per questo è buona cosa  conoscere quello che ognuno  ha già in se o che ha ricevuto nella formazione  e partire da lì per il proprio sviluppo . L’educazione va male se non si rispetta quello che ciascuno porta in se. Questa non è sapienza.

 

819. Com’è bello che tu esista

 Facciamo parte di una società che è estremamente ricca di doni ed opportunità. Dire che il mondo oggi è una rovina e che solo in passato era buono, è un discorso sbagliato, che attraversa però  tutte le generazione. Perché sarebbe migliore il passato? Facciamo peccato quando pensiamo questo, tanto nella religione, quanto nel quotidiano della vita. Già nel libro dell’Ecclesiaste (Qohelet) si critica questa posizione: “Non ti domandare com’è che il tempo passato è migliore di quello di oggi, perché questo problema non viene da saggezza” (7,10). Ogni persona è sempre una forza  di vita per gli altri. Basta accoglierla. Se le persone si trasformano in  fiere, siamo certi che c’è una ragione e che possono cambiare. Com’è bello che tu esista. Senza di te il mondo sarebbe triste. “Insegnaci a contare i nostri giorni e avremo la sapienza del cuore” (Sl 90,12).

 

 
 
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