Credere in Gesù è essere attratto dal Padre
attraverso la fede. Credere è anche ricevere il pane che ci dona Gesù. E chi
mangia dell’Eucaristia assume la missione di condividere e distribuire la
vita...
nº 1152
Omelia 19 ^ Dom.
T.O.
(12.08.12)
Pe. Luiz Carlos de
Oliveira
Redentorista
Io sono il Pane di
Vita
Chi crede,
possiederà la vita eterna
Credere è aderire a Gesù. Avere fede è
avere la Vita. Accetta
Gesù soltanto chi è stato attratto dal Padre: “Nessuno può venire a me, se il
Padre che mi ha mandato non lo attira” (Gv. 6,43). La fede è un dono di Dio,
non una ideologia. Quando Pietro dice in un altro passaggio: “Tu sei il Figlio
di Dio”, Gesù gli risponde: “Nè la carne nè il sangue te l’hanno rivelato, ma
il Padre mio che stà nei cieli” (Mt 16,17). Non accogliere la chiamata di Dio è
mormorare, cioè peccare e allontanarsi da Dio. Noi crediamo in Dio perchè Lo
vediamo in Gesù. Dio è invisibile. Gesù ce lo ha rivelato perché ha detto: “Chi
vede me, vede il Padre. Non credete che Io sono nel Padre e il Padre è in me?”
(Gv. 14,8). Andare a Cristo attraverso la fede è già possedere la Vita Eterna. Vita eterna è
partecipazione alla Divinità, per questo non si muore più. E’ il cibo che dura
per sempre. Gesù ha fatto il paragone con la manna che i giudei mangiarono nel
loro cammino durante i 40 anni nel deserto. Il popolo aveva mormorato contro
Dio perchè non aveva niente da mangiare. Mormorare è rifiutare. Davanti alle
parole di Gesù, anche “i giudei cominciarono a mormorare in riferimento a ciò
che Lui aveva detto: io sono il pane che è disceso dal cielo”. Nel deserto essi
mangiarono la manna e morirono come tutti i mortali. Morirono perchè chi li
alimentò fu Mosé. Ma chi dona il vero pane del cielo è il Padre e questo pane è
Gesù che è disceso dal cielo e ha dato la vita al mondo (Gv. 6, 32-33). Chi si
ciba di Gesù attraverso la fede, ha la
Vita.
Chi mangia di esso,
non morirà
“E io lo risusciterò” (44). Chi mangia di
questo pane vivrà eternamente (51), perchè Gesù dice” Io SONO il Pane della
Vita” (46). Non morire significa avere la vita nuova in Cristo, perchè per chi
vive in Lui, il passaggio dalla morte non è una rovina, ma la continuazione in
un’altra dimensione. Mosé ha dato la manna ai giudei, pane che è piovuto dal
cielo, ma, Gesù afferma che essi mangiarono e morirono. Allora “è il Padre mio
che vi dà il vero pane del cielo. Il pane dal cielo, infatti, è colui che dal
cielo discende e dà la vita al mondo” (32-33). Credere è avere Vita, in quanto
Gesù ha detto: “Io sono la Via,
la Verità e la Vita” (Gv 14,6). Con questo
discorso spiega che Lui è il cibo della fede e del pane, per questo è
necessario cercare il pane del cielo. Credere è anche ricevere il pane che Gesù
ci dona nella Mensa eucaristica e che ha comandato di perpetuare. Ricevendo
questo pane e questo vino – Corpo e Sangue del Signore – riceviamo anche la
vita eterna con la garanzia della Risurrezione. Non basta solo ricevere, è
necessario ricevere nella fede. La fede ci dona la Vita e la vita del fedele
dovrà essere coerente con la pratica del bene. Paolo ci stimola “Siate
imitatori di Dio, come figli diletti” (Ef 5,1), come Gesù.
Simbolo di una
verità
Nell’Eucaristia c’è un rito, prima della
comunione, che passa inosservato. Il sacerdote prende l’ostia la spezza in due
parti e, da una di queste prende un pezzettino e lo mette nel calice del vino
consacrato. Non significa fare l’unione del Corpo e del Sangue di Cristo perché
Egli è già tutto intero in ognuno dei due elementi. L’importante è il gesto di
dividere. L’Eucaristia era già chiamata Frazione del Pane (Fractio Panis). Gesù
spezzò il pane e lo distribuì. E’ il gesto fondamentale nel quale volle
significare la vita donata affinchè tutti avessero vita. Così, chi partecipa
all’Eucaristia assume questa missione di condividere la vita. Il simbolo
realizza in Gesù e in noi questa verità che è la salvezza. Questo pane sostiene
nel cammino, come Elia che ha mangiato il pane e ha camminato per 40 giorni e 40
notti fino al monte di Dio (1 Re 19,8). Lo stesso succede a chiunque si
comunica: riceve la forza per il cammino .
Letture: 1 Re 19, 4-8; S. 33; Ef. 4,
30-5,2;
Vangelo di Giovanni 6, 41-51