Ascolterò che cosa dice il Signore
Se avessimo ascoltato veramente il Signore
forse non ci troveremmo in tante situazioni
drammatiche
Non si predica per far piacere, ma per
mostrare e illustrare la volontà di Dio!
nº 1144
omelia 15^ Domenica T.O.
(15.07.12)
Pe. Luiz Carlos de
Oliveira
Redentorista
Collaboratori della
missione
Il Signore mi ha
chiamato
Gesù annunciava il regno di
Dio, e ci vuole suoi collaboratori. Il profeta, l’apostolo e ogni discepolo
fanno parte di questa missione. Abbiamo visto, domenica passata, che la
chiusura davanti l’annuncio della Parola di Dio è una costante del mondo. Tutto
si accetta meno la Parola
di Dio. Gesù ha inviato gli apostoli due a due. La legge esigeva due testimoni
per confermare una verità (Dt 17,6). Nessuno annuncia per se stesso ma per la
comunità. E visto che annunciamo nel nome di Gesù, dobbiamo anche essere come
Lui. Dovremmo essere distaccati, non portando cose che impediscono nella
missione: “ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone:
né pane, né sacca, né denaro” Dovevano
andare calzati di sandali e non scalzi come gli schiavi, ma come figli. “Dovunque entriate in una casa, rimanetevi
finché non sarete partiti di lì.”, non è una passeggiata. Che si comportassero
come Gesù. Eliminando il potere del male e dando vita e salvezza. La Parola di Dio è
rinnovatrice. I predicatori della Parola non agiscono per se stessi, ma per
Dio, come è il caso del profeta Amos. In Betel c’era un santuario del re e un
profeta che lo lusingava. Amos, invece, aveva una parola forte contro il male.
Amasias profetizzava invece solo per guadagnare il pane. Amos dice che lui
non predica per il pane, ma per Dio. Amos era un pastore di pecore e aveva
anche sue proproetà per vivere, ma aveva lasciato tutto per profetizzare per la
salvezza del popolo. Il predicatore della Parola deve dire ciò che Dio comanda
e non ciò che fa comodo. Il profeta è
servo della Parola. Usare la religione per procurarsi denaro è un male. I veri
predicatori saranno sempre sprovvisti sia di beni che di onori. L’annunciatore
della Parola è sempre unito a una comunità ed esercita la sua missione anche in
nome di essa.
Dio mostra il
cammino
Il Salmo ci dà il tema della
predicazione: “egli annuncia la pace per il suo popolo , per i suoi fedeli. Sì,
la sua salvezza è vicina a chi lo teme, perchè la sua gloria abiti la nostra
terra” (S. 84). E’ la presenza di Dio
che tutto santifica. Il mondo si rinnova: “Amore e verità s’incontreranno, giustizia
e pace si baceranno. Verità germoglierà
dalla rerra e giustizia si affaccerà dal cielo.” (S. 84). Paolo descrive,
nell’inno di lode a Dio, un ritratto di ciò che siamo: scelti da Dio, destinati
ad essere figli adottivi, liberati e perdonati. Dio ci ha fatto conoscere il
mistero della sua volontà: portare a pienezza il tempo e ricapitolare in Cristo
l’universo (Ef 1, 3-10).
Accogliere la Parola
Il cuore di chi ama Dio
ripete la parola del salmo: “Ascolterò che cosa dice il Signore”. Se avessimo
ascoltato le parole che invitavano a conversione, forse non staremmo vivendo
situazioni tanto drammatiche. Se i predicatori fossero realmente rivolti a Dio
come il profeta Amos, forse non avremmo tante persone traviate nella fede e
perse nel male di tanti crimini, tanto per quelli che chiamiamo banditi quanto
per chi fa lo stesso ma usando la sua posizione politica, sociale ed economica.
Il popolo di Israele, tanto del regno del Nord quanto di quello di Giuda, non
sarebbero passati per tante sofferenze.
In ogni messa possiamo accogliere, se lo vogliamo, la Parola di Dio non con
sonnolenta distrazione ma come esecutori della Parola e non meri ascoltatori.
(Gc 1,22)
Letture: Amos 7,
12-1; S. 84; Ef 1, 3-10;
Vangelo di Marco 6, 7-13