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Festeggiando Pietro e Paolo_Omelia_ Sol. 29.6.2012


Il potere delle chiavi di Pietro non è per comandare, ma per liberare
La fede di Paolo viene dalla presenza costante di Gesù al suo fianco

 

nº 1140
Omelia Solennità di
San Pietro e San Paolo
29.6.2012
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista


Festeggiando Pietro e Paolo


Colonne della Chiesa

 

Le Chiese dell’Occidente e dell’Oriente, cattoliche ed ortodosse, si uniscono per celebrare proprio i due apostoli “che ci hanno dato la primizia della fede!” (Colletta). Pietro e Paolo sono uomini chiamati dal disegno di Dio per portare lo Spirito Santo al mondo. Il prefazio della messa di oggi trasforma in preghiera la missione di questi due uomini: “Pietro, che per primo confessò la fede nel Cristo, Paolo, che illuminò le profondità del mistero; il pescatore di Galilea, che costituì la prima comunità con i giusti di Israele,il maestro e dottore, che annunziò la salvezza a tutte le genti. Così, con diversi doni, hanno edificato l'unica Chiesa, e associati nella venerazione del popolo cristiano condividono la stessa corona di gloria”. Furono scelti come fondamento, come una parola vivente di Gesù, per fondare la Chiesa in due mondi diversi: giudei e pagani. Questo chiese loro una profonda fede che doveva andare al di sopra delle strutture tradizionali per costruire realtà nuove. La conversione dei giudei era una sfida, poichè proprio Gesù passò attraverso questo. La conversione dei pagani esigeva da Paolo il coraggio di essere totalmente nuovo. Per questo lottò fino alla fine della sua vita, nel martirio.

 

Uomini fatti di fede

 

La professione di fede di Pietro, fatta anche in nostro nome, stabilisce la fede tra gli uomini, per opera del Padre. La sua fede è la “pietra angolare”. Non siamo noi che ci appoggiamo su questa fede perchè fu data loro dal Padre (Mt 16,18). Se Pietro riceve in primo luogo il primato, non è in vista di se stesso, ma è per confermare i fratelli nella fede (Gv 21, 15-17). Paolo non è minore di Pietro, perchè anche Lui vive nella fede in Gesù: “ho combattuto la buona battaglia, ho completato la mia corsa, ho conservato la fede” (2 Tm 4,7). La fede di Paolo viene dalla presenza costante di Gesù al suo fianco che gli dona la forza così può annunciare il Vangelo. La fede dei due apostoli è la ragione per la quale, dall’inizio della Chiesa, hanno attirato molti cristiani a visitare le loro tombe. Erano due tombe che testimoniavano la loro presenza nella città. Così sono state edificate le grandi basiliche.

 

Potere e Parola

 

Nella celebrazione di questi due grandi apostoli abbiamo l’impressione che è passata l’idea di un potere. Il simbolo delle chiavi e della spada non è un simbolo di superiorità. La Chiesa ha sempre visto in Pietro il potere che Gesù gli cha concesso nel dire le parole: “Tutto quello che legherai nella terra sarà legato nel cielo. Tutto quello che scioglierai sulla terra sarà sciolto nel cielo” (Mt 16.19). sopra questa fede è costruira la Chiesa. Il sentimento del potere è unito alla nozione di servizio che ci è dato dal vangelo: “Tra voi non sarà così. Colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo” (Mt 20,26).  Il potere di Pietro è il servizio qualificato. Sfortunatamente questo potere è stato paragonato a quello dei re. I titoli, gli abiti e i gioielli si equiparano. Questo potere del servizio charisce anche la missione di Gesù. La parola di Paolo ha un grande potere. Essa è simbolizzata dalla battaglia che Paolo sopportava per annunciare la Parola. La Parola di Dio è paragonata a una spada a doppio taglio. In questo senso è una parola che discere e così possiamo capire Paolo. Non è un sentimento del potere come lo realizzerebbe il mondo. La forza di Paolo è proclamare la parola a tempo debito e anche fuori tempo (2 Tm 3,2). Il vigore viene dalla Parola nella quale crede. In ogni celebrazione proclamiamo questa Parola che ha il potere di aprire un mondo nuovo e togliere ciò che gli è avverso.

 

Letture: Atti 12,1-11; S. 33; 2 Tim 4, 6-8.17-18;

Vangelo di Matteo 1, 13-19




 
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