Corpus Domini _ 2012




nº 1133
Articolo
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
“Festa del Corpus Domini”

 

 

1116. Gesù rimane con noi

 

Gesù questa volta usa un linguaggio che noi comprendiamo bene. Chi non comprende la festa come un mangiare e un bere? Così ha fatto Gesù nella Istituzione della Eucaristia. Attraverso di essa possiamo capire i misteri di Gesù: Morte in Croce, Risurrezione e Ascensione. Essi non sono un trattato intellettuale e affinchè non dimenticassimo queste verità, Egli ci ha dato la sua Parola che è stata scritta nel Vangelo e ci ha lasciato anche dei gesti che realizzano queste verità. Ha mostrato, nell’Ultima Cena, quello che significa la sua vita e come noi dovremo vivere la nostra. Così disse: “Fate questo in memoria di me”. Il Mistero Eucaristico fa memoria di tutto, o meglio di tutto quello che Lui ha fatto per noi.  Tutto quello che è successo nella sua Morte, Risurrezione e Ascensione, Gesù lo ha messo in quel gesto di trasformare il pane e il vino e dire che sono il suo Corpo e il suo Sangue, e questo è il suo sacrificio. Così impariamo che dobbiamo fare come ha fatto Lui. Riceviamo la redenzione in questo sacramento che ci dà la Vita nel Pane e nel Vino consacrati.  Entrando in comunione con Lui, continuiamo la sua Vita e la sua Missione fino a che Egli venga. In comunione con Lui, siamo anche in comunione con tutti. Lui condivide la sua Vita con noi, ma noi entreremo in comunione con Lui solo se faremo anche la condivisione della nostra vita e dei nostri beni con i figli di Dio. Facciamo lo stesso sacrificio che Lui ha realizzato con la consegna di se al Padre, se ci consegniamo a Lui nel servizio a tutte le persone, uomini e donne. Egli è con noi tutti i giorni fino alla fine dei tempi (Mt 28,20). Egli rimane con noi nel Sacramento e nella Comunità come Capo del Corpo che è la Chiesa. Dice: “Non vi lascerò orfani, io ritornerò da voi” (Gv 14,18). Celebrando la festa del Corpus Domini, siamo invitati ad andare al di là dell’adorazione per abbracciare l’amore che egli ebbe nel morire per noi in Croce. L’Eucaristia fà memoria dell’amore che il Cristo ha avuto per noi nel consegnarsi alla Croce (S. Alfonso). La Croce non si adora  per il dolore, ma per l’amore. Il sacrificio non è solo versare il sangue, ma impegnare la vita.

 

1117. Amore che cresce

 

Come non esiste amore che non sia coinvolgimento con la vita della persona amata, così siamo anche noi coinvolti nello stesso Amore Divino con il quale siamo amati da Cristo nel sacramento del suo Corpo e Sangue. Per la dimostrazione d’amore che riceviamo nel sacramento dell’Eucaristia aumenta il nostro amore per lui e per tutti coloro che Lui ama tanto. Alle volte rimaniamo  in attenzione  dell’Ostia santa e non di Colui che la fa sacra. Questo amore si concretizza nel dialogo amoroso con Gesù Cristo che è in noi per il Sacramento ricevuto. Se non riconosciamo questo amore non sapremo neppure distinguere il Corpo del Signore. Lui non è un oggetto di pietà.  Egli è la pietà. Noi lo abbiamo sempre con noi  perchè ha detto: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in Me e Io in lui” (Gv 15,5).. questa presenza è permanente. Non allontaniamo, da noi, Gesù. Noi ci allontaniamo invece a causa del male che pratichiamo. Ricordiamo che siamo tempio vivo dell’Eucarestia e Lo portiamo ovunque per le strade del mondo. Andiamo lontano per cercare Gesù e Lui stà invece dentro di noi.

 

1118. Essere coerenti con il sacramento

 

Il rispetto dell’Eucaristia sta nel mettere in azione l’energia divina che lui ci dà, perchè Lui è per noi la fornace ardente d’amore. Oggi ci sono molte preoccupazioni con l’organizzazione liturgica, i riti e le cerimonie. Ma non vediamo la stessa preoccupazione nella coerenza della vita cristiana con il sacramento celebrato e ricevuto. Non si disprezzano i riti, ma ci dovrebbe essere maggiore attenzione alla coerenza della fede liturgica. Essa darebbe molta vitalità ai riti. Essere coerente è essere Eucaristia, come ha fatto Gesù. Non è lecito ricevere la comunione e fare una vita lontana dalla verità, dal bene, dall’amore verso coloro che sono amati da Gesù e che sono i bisognosi. Se c’è qualcuno in necessità  e non ce ne occupiamo, le nostre comunioni ne saranno inevitabilmente pregiudicate.



 
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