Omelia 7^ Dom. T.O. - 19.2.2012





 

 

Gesù è il si di Dio. Con i suoi miracoli afferma la sua divinità. Egli è venuto a rinnovare  tutte la cose a partire dal cuore umano. Rinnova totalmente l’uomo  dall’interno con il perdono dei peccati e all’esterno con la cura della sofferenza. Per Gesù il fondamento è credere!

 

nº 1102
Omelia 7^ domenica T.O.
 (19.02.12)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista

 


 

 
I tuoi peccati sono perdonati


Farò nuove tutte le cose


 

 

Il popolo di Dio, nel suo cammino, ha potuto vedere tante meraviglie di Dio. Nei momenti difficili implorava che Dio manifestasse le meraviglie di un tempo.  Davanti al miracolo del paralitico, il popolo riconosce che queste meraviglie sono presenti in Gesù. Egli rinnova totalmente l’uomo  dall’interno con il perdono dei peccati e all’esterno con la cura della sofferenza. Nelle domeniche precedenti, abbiamo ascoltato Gesù che curava le persone, cacciava i demòni e li faceva tacere. Il Suo potere di cura e la sua forza sul male mostrano la sua identità di Messia, di Unto di Dio, di Promesso. E’ il Regno di Dio che arriva attraverso la Parola confermata dai miracoli. Nel testo che ascoltiamo oggi, Gesù continua l’annuncio del Regno mostrando la sua divinità. Arrivano 4 uomini portando un paralitico. Siccome non possono entrare, salgono sul tetto, tolgono le tegole e discendono il paralitico. Questa casa non è come le nostre. Aveva  una scala esterna che portava al terrazzo. La copertura era facilmente rimovibile. La fede del paralitico e degli uomini che lo portavano, tocca la compassione di Gesù che dice: “ I tuoi peccati ti  sono perdonati” (Mc 2,5).Non si tratta solo di una parola, ma di una capacità che raggiunge la struttura della fede dei dottori che pensano: “Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?” (Mc 2,7). Gesù, percepisce i loro pensieri,e per mostrare la sua identità divina,  per mostrare che esercita questa missione di rinnovamento di tutte le cose a partire dal cuore dell’uomo, dice: “Che cosa è più facile: dire al paralitico "Ti sono perdonati i peccati", oppure dire "Àlzati, prendi la tua barella e cammina"?”  (9) Parlare di perdono è facile, ma mostrare che ha il potere di curare, sembra più difficile, e dice al paralitico: “Alzati, prendi la tua barella e va a casa tua” (11). Curare, agli occhi umani, è più difficile che dire: i tuoi pecccati ti sono perdonati. Ma non lo è. Gesù, nel confronto con questi “saggi” dimostra la sua divinità. Quando dice “Alzati” sta ricordando la Risurrezione che è il rinnovamento  attraverso il perdono dei peccati.

 


 
 

Credere in Gesù è cambiare

 

Per Gesù il fondamento è credere. Nell’atto di fede c’è la salvezza. Credere non è dire ma vivere la vita di risorto come la indica il Vangelo. Credere è incamminarsi per una vita nuova. Il profeta Isaia ci fa riflettere su come trattiamo Dio con il nostro modo di vivere: “Tu mi hai dato molestia con i peccati, mi hai stancato con le tue iniquità.” (Is 43, 24b).  Trattare Dio come uno schiavo è distruggere totalmente l’armonia dell’essere umano nelle sue relazioni. Dio non è per soddisfare le nostre necessità spirituali o materiali. Avere devozione a Gesù non è lo stesso che averla per un oggetto religioso, bensì è assumere la sua vita e il suo modo di vivere nell’armonica relazione con il Padre, con i fratelli, con il mondo e con se stesso. Noi usiamo Gesù per i miracoli. Ma questo non salva.

 

 

Dio dona un si garantito
  

Non ci sono dubbi in Dio. Gesù è il Si garantido di Dio. Dio non cambia in relazione a noi. Egli garantisce sempre il suo perdono. Dice Isaia: “Io cancello i tuoi misfatti per amore di me stesso, e non ricordo più i tuoi peccati” (Is 43, 25). Il perdono che Dio dà  rinnova totalmente la sua fragile creatura, ma quella che lo accoglie. Quanto più cerchiamo nella fede, più possiamo avere certezza che Egli ci accoglie. Egli riconosce la nostra ricerca e ci perdona come il paralitico. E anche ci sostiene nella nostra fragilità. In ogni liturgia diamo la nostra adesione di fede e per questo partecipiamo alla Risurezione di Gesù. Preghiamo bene il Credo in Dio...


 
 Letture: Isaia43, 18-19.21-22.24b-25; S. 40; 2 Cor 1, 18-22;
Vangelo di Marco 2, 1-12 


 
 
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