La
predicazione del Regno libera dalle discriminazioni. Queste vengono dalle
tradizioni umane. La compassione di Gesù: salva, guarisce e reintegra. La compassione, il sentimento materno di Dio.
nº
1100
Omelia
6^ Domenica T.O
(12.02.12)
Pe.
Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Pieno
di compassione
Compassione
che salva
Marco,
nel testo che racconta la guarigione del lebroso, affronta una questione
importante per la vita della comunità. Ci sono discriminazioni anche
all’interno della propria comunità; ci
sono i puri e gli impuri che dovrebbero essere separati. C’è la comunità dei
perfetti e dei deboli. Non si tratta di disobbedire a una norma, ma di non
generare discriminazione. Gesù è presentato come Colui che guarisce l’uomo e lo
reintegra nella comunità. Sappiamo che la lebbra è ancora un problema grave per
il mondo e anche per il Brasile. Al tempo di Gesù era un problema gravissimo e veniva controllato da una forte
legislazione tendente all’allontanamento del lebbroso dalla comunità sociale e
religiosa. La persona perdeva tutta la sua dignità. Le norme imponevano al
lebbroso lo statuto di escluso (Lv 13); escluso dalla comunità delle persone
per non contaminare gli altri, costretto dunque a vivere fuori della comunità,
perdendo la condizione di essere un membro di essa, con l’obbligo di andare con
il capo coperto, indossando abiti strappati come segnali di riconoscimento.
Doveva dichiararsi impuro, la sua malattia veniva così equiparata ad una impurità rituale che
colpiva anche lo spirito. Chi lo toccava diventava anch’egli impuro ed escluso. L’uomo però va incontro a Gesù, infrangendo la legge che intimava di non
avvicinarsi, e chiede a Gesù: “Se vuoi, puoi purificarmi!”. Ne ebbe compassione,
tese la mano, lo toccò e gli disse: “Lo voglio, sii purificato!” (Mc 1, 40-41).
Questo sentimento è lo stesso sentimento di una madre per il figlio. È il
sentimento materno di Dio. La compassione di Gesù Lo porta all’estremo di escludere se affinchè
l’uomo sia reintrodotto nel popolo di Dio. La salvezza che Gesù offre è la
purificazione da tutto il male, soprattutto il reinserimento della persona,
perchè nessuno è impuro. Gesù non nega la necessità di cercare il sacerdote per
dimostrare la guarigione. La comunità lo reintroduce. L'uomo a cui Gesù aveva proibito di parlare dell'accaduto, annuncia invece quanto Gesù aveva fatto per lui, purificandolo.
Discriminazione
dei deboli
Questo
testo del vangelo ci invita a un grosso esame di coscienza sulle molte
discriminazioni che sono imposte ai fedeli tanto cristiani quanto di altre
sette e religioni. Ci sono tante credenze, superstizioni, leggi, riti e costumi
che si sono radicate come leggi sacre
e che raggiungono le persone in modo tale da impedirgli l’accesso ai
sacramenti, o alle riunioni della comunità. Ciò che è ancor peggio è che
queste imposizioni sono per i più deboli;
i ricchi e i potenti, invece, non ricevono le stesse restrizioni, o
comprano privilegi. Leggiamo il vangelo, che forse ci turba
anche, ma poi continuiamo a fare lo stesso. Non mettiamo sulle persone pesi
maggiori di quelli che già gli ha dato la vita.
Tutto
per la gloria
Paolo
esemplifica questa questione ricordando che tutto deve essere fatto nella
carità, senza scandalizzare. E dà una indicazione grande sull’esercizio della
libertà giorno per giorno: “Sia che mangiate sia che beviate sia che facciate
qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio” (1 Cor 10,31). La gloria
di Dio e la carità nelle relazioni soprattutto con i deboli , possono liberarli
dalle loro prigioni e discriminazioni. È
importante anche una predicazione liberatrice che sappia portare al nucleo
della fede. La Chiesa
deve continuare il processo di evangelizzazione spogliandosi di queste forme di
potere.
Letture:
Levitico 13, 1-2.44-46; S. 31; 1 Cor. 10, 31-11,1;
Vangelo di Marco 1, 40-45