Indossando l’abito sfolgorante e bianco della Trasfigurazione Gesù mostra ai discepoli e a noi che saranno luci riflesse della sua unione con il Padre.
nº 2156
Omelia 2^ Domenica T.O. (13,03.22)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Visione della Gloria
Questo è il mio Figlio, l’Amato
La seconda domenica di Quaresima ci rivela la vittoria sulla tentazione e il traguardo di tutta la vita cristiana: la trasfigurazione che ci conduce alla visione futura della gloria di Cristo: “O Padre, che ci chiami ad ascoltare il tuo amato Figlio, nutri la nostra fede con la tua parola e purifica gli occhi del nostro spirito perché possiamo godere la visione della tua gloria.”. Nel prefazio preghiamo: “sul santo monte manifestò la sua gloria e chiamando a testimoni la legge e i profeti indicò agli apostoli che solo attraverso la passione possiamo giungere al trionfo della risurrezione”. In questo modo comprendiamo che il tempo quaresimale ci inserisce nel cammino di Cristo verso la Gloria. Il male non può lasciare l'uomo senza direzione. Abbiamo una destinazione: il paradiso. Perché Gesù vive questo momento di gloria “anticipata”? Per i tre discepoli che aveva scelti come testimoni oculari, quel momento cancellerà e darà senso al trauma che sarà vedere la morte in croce di Gesù. I discepoli sono entrati nella “nube”, cioè alla presenza del Padre. Mosè ed Elia significano la comprensione che d'ora in poi i discepoli dovranno dare alla Legge e ai profeti. Gesù dice: « bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi».(Lc 24,44). In quella Teofania si ode la voce del Padre: Questo è mio Figlio, l'Eletto. Ascoltatelo” (Lc 9,35).
L’esperienza di Abramo
Nel testo che racconta l’alleanza di Dio con Abramo (che si chiamerà Abraham a partire dal capitolo 17, 4-6, che significa padre di una moltitudine di nazioni), leggiamo l’annuncio della promessa di una terra. Da allora in poi si sviluppano gli incontri di Dio con il patriarca. Ci chiediamo perchè questo episodio viene collocato unito al vangelo della Trasfigurazione? Leggendo i testi della prima domenica di Quaresima, vediamo diversi momenti del cammino del popolo di Dio. Dio dirige il suo popolo attraverso patriarchi e profeti. Nella seconda domenica si parte dall’alleanza tra Dio e Abramo nella quale promette una terra. Nella terza domenica c’è la meravigliosa manifestazione di Dio a Mosè, primo passo della liberazione dall’Egitto. Nella quarta domenica leggiamo l’entrata del popolo nella terra promessa e la celebrazione della Pasqua. Segno della promessa che si compie. Nella quinta domenica Isaia profetizza l’esodo da Babilonia. Non più un deserto di sofferenza, ma “fiumi che scorrono nel deserto per dissetare il popolo” (Is 43,20). Mosè ed Elia, con Gesù trasfigurato, rivelano la trasfigurazione del popolo di Dio a partire dai patriarchi. La fede purifica mano mano la nostra visione della gloria. Abramo nella terrificante esperienza di Dio riceve una terra. In questa terra Mosè ed Elia contemplano il più grande Discendente (Gesù). I tre apostoli domandano una presenza fisica: “facciamo qui tre tende” (Lc 9,33). Ma Gesù con la sua Risurrezione porta una presenza ancora più grande: “venne una nube e li avvolse; all'entrare in quella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo». (Id 35).
Cittadini del cielo
“Per la partecipazione ai tuoi gloriosi misteri ti rendiamo fervide grazie, Signore, perché a noi ancora pellegrini sulla terra fai pregustare i beni del cielo” (Dopo-Comunione). La scena della trasfigurazione è per i cristiani che attraversano la nuvola del peccato, con tante tempeste, uno stimolo e un sollievo. Il peccato non è un fine (e non è la fine). Non è un vicolo cieco. Se per Cristo c’è stata una trasfigurazione con la sua risurrezione, anche per i poveri peccatori, ci sarà una trasfigurazione, attraverso le grazie provenienti dai sacramenti pasquali e dalla conversione quaresimale. La celebrazione di questa domenica ci incoraggia a seguire la via percorsa da Cristo, per raggiungere la gloria.
Letture: Gen 15,5-12.17-18; Salmo 26; Fil 3,20-4,1; Lc 28b-36 9
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