1^ Domenica Avvento 2021 - Omelia




A noi che ci sappiamo amati, la venuta di Cristo risuona come un grande dono. Tutto ciò che pensiamo della vita cristiana termina sempre nell’amore.

nº 2126

1^ Domenica di Avvento 2021

(28.11.21)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Ci saranno segnali

Segni di vita

Iniziamo il tempo di Avvento. Nella riforma liturgica c’è un cambiamento per il tempo di Avvento. Antecedentemente, questo tempo prezioso, era rivolto alla nascita di Cristo, come preparazione al Natale. Ora è stato recuperato l’insegnamento sulla seconda venuta di Cristo alla fine dei tempi. E poi si celebra la sua venuta nella carne, nel giorno del Natale. A Natale celebriamo il mistero della venuta di Cristo tra noi. Nel tempo iniziale dell’Avvento fino al 16 dicembre, celebriamo e prepariamo la sua venuta gloriosa quando Egli verrà a prenderci con Lui per prendere possesso del Regno che ci è preparato  fin dall’inizio del mondo, come dice Gesù nel giudizio finale (Mt 25,34). Alcuni vedono i segnali come minacciosi.  Dio è buono. Noi siamo i cattivi e vogliamo che Dio la faccia pagare cara agli altri. La malvagità è in noi. E non in Dio! Diciamo che deve avere paura solo chi ha una “pendenza con un notaio”! Per noi che sappiamo di essere amati e che amiamo, la venuta di Cristo risuona come un grande dono: “Quando queste cose accadranno, alzatevi e levate il capo perchè la vostra liberazione è vicina” (Lc 25,28). Dio ci porterà con se nel suo Regno di gloria. Tutte queste cose terribili ci invitano a rallegrarci. Sono segnali di vita. Chi ha vissuto con Gesù qui sulla terra, non avrà da temere nella sua venuta gloriosa. Gesù ci insegna a leggere i segni dei tempi e da essi di prendere la forza per vivere gioiosamente il Regno della verità e della vita, della santità e della grazia, della giustizia, dell’amore e della pace (dal Prefazio di Cristo Re). La profezia di Geremia annuncia che il seme della giustizia sta per germogliare.

Cuori insensibili

Come vivere questo tempo di attesa? Che non sia terrorizzante, ma sia produttivo. Gesù raccomanda  che viviamo liberi dal peccato e pieni dei doni di Dio. Aspettare la fine è vivere intensamente il bene. Dice Gesù: “Pregate in ogni momento per avere la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere e di stare davanti al Figlio dell'Uomo”. La preghiera deve essere accompagnata da comportamenti che ci liberano dalle sorgenti del peccato: “State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.” (Lc 21, 34-35). Sono tentazioni che portano l'uomo fuori dalla sua realtà e lo lasciano in balia dei suoi istinti. Poiché i vizi sono difficili da superare, rendono l'uomo totalmente impreparato a pensare che la vita dovrebbe essere un'aspettativa permanente del Signore in qualsiasi momento. Si tratta di ricordare che la vita, assunta in Cristo, è il modo migliore per aspettarlo. Questa non dev’essere  una vita inutile, ma feconda nella carità. Il nostro amore va incontro all’amore di Cristo. Preghiamo: “Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà” (S 24). Paolo è modello: “Imparate da noi come dovete vivere per essere graditi al Signore” (1 Ts 4,1).

Mostrate i vostri cammini

Il salmo ci porta a pregare con intensità: “Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza” (S 24), e anche “Il Signore si confida con chi lo teme: gli fa conoscere la sua alleanza” (id). Paolo mostra che questo cammino è l’amore: “Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell'amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e al  Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi” (1 Ts 3, 12-13). Questo è il modo con il quale aspettare il Signore e come mantenere i nostri cuori pronti e non insensibili. In questo modo possiamo pregare in ogni momento. Tutto ciò che pensiamo della vita cristiana finisce sempre nell'amore.

Letture: Ger.33,14-16; S 24; 1 Ts 3,12-4,2; Lc 21,25-28.34-36.






 
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