Omelia di Tutti i Santi 2021






Tutti i santi furono caritatevoli e si impegnarono per la liberazione di tutti i bisognosi. Sono i nostri fratelli che ora sono vicini a Dio e pregano per noi, in modo che siamo uniti a Dio.

nº 2120

Omelia di tutti i Santi (07.11.21)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Tutti i santi

Santi nel Padre

Abbiamo la gioia di “celebrare in una sola festa i meriti di tutti i santi” (Orazione). È una festa che sembra un ripescaggio. E’ un modo affinché nessuno resti escluso. La festa va oltre il calendario ed entra nel seno della Santa Chiesa. Più che ricordarci i santi, ci ricorda la nostra condizione nel processo di santificazione. Leggiamo nel prefazio: “Oggi ci dai la gioia di contemplare la città dei cielo, la santa Gerusalemme che è nostra madre, dove l’assemblea festosa dei nostri fratelli glorifica in eterno il tuo nome” La santità consiste nell'essere nel Padre, noi facciamo le cose, ma in quanto siamo nel Padre. La Chiesa ha sempre privilegiato i santi. Prima di tutto i martiri che diedero la vita, poi i monaci che impegnarono la vita nella preghiera e nel lavoro. San Benedetto diceva: “ Ora et labora”, prega e lavora. Poi passiamo ai santi e sante che dedicarono la loro vita a Dio in una attività concreta. La grande attività dei fedeli cristiani è la vita nella comunita ecclesiale a favore del mondo e dei più bisognosi. Ogni santo fu caritatevole e si impegnò nella liberazione di tutti i sofferenti. Anche impegnati in tante attività, avevano sempre il tempo da dedicare a Dio. Qui ricordiamo le professioni e in particolare la vita familiare. Questi compongono il corteo che canta intorno all'Agnello. E ognuno è stato disegnato dal cuore del Padre. Non c’è bisogno della conoscenza intellettuale, ma di una vita d’amore. Così Dio imprime la sua immagine in noi. Non c’è bisogno di una vita di Chiesa, ma di una Chiesa che sia vita.

Mani pure e cuore innocente

Nessuno ha diritto a chiudere il Cielo a nessuno. Giovanni vide 144 mila designati ... Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua (Ap 7,9). Stupisce che alcuni tra noi hanno l'abitudine di creare criteri per coloro che vanno in Paradiso: “Tutti hanno lavato e sbiancate le loro vesti nel sangue dell'Agnello” (Ap 7,14). E i peccati? Dio li ha già perdonati in Cristo nella sua morte. Non possiamo fare una religione dell'inferno, del Peccato, della Disgrazia. Leggiamo in Romani: “Dove ha abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia” (Rm 5,20). Paolo è chiaro: il dono della grazia supera infinitamente il peccato. Viviamo da secoli sotto il calcagno del peccato. Non è così che insegna la Parola. Dio non deve fare altro per noi, poiché ci ha già dato tutto in Gesù Cristo. Cosa manca? Paolo insiste: “Dove ha abbondato il peccato ha sovrabbondato la grazia”. Notiamo che nella vita spirituale, diamo maggior valore al peccato che alla grazia. Siamo preoccupati di vincere certi peccati e non nel lasciare crescere in noi la grazia. Togliamo le foglie secche ma non fortifichiamo l’albero nelle sue radici e nel suo tronco.

Per sua intercessione

Chiediamo nell’Eucaristia che la grazia di Dio ci santifichi  affinché, dalla mensa dei pellegrini passiamo al banchetto del Regno (Dopocomunione). Preghiamo i santi perchè sono uniti al Padre. Partecipano alla potenza di Dio e ciò che li riguarda si riferisce a Dio. In questa comunione siamo in unione con tutto il Corpo di Cristo, quelli del Cielo, quelli della terra e quelli del Purgatorio, questo è il processo di purificazione. A questo punto troviamo difficoltà a spiegare, perchè conosciamo poco del Mistero del Corpo Mistico di Cristo. Tutti siamo in Lui e ci accogliamo gli uni gli altri così ci fortifichiamo. Più che celebrare i santi sconosciuti e dimenticati, celebriamo una Chiesa Santa e fragile.

Letture: Ap.7,2-4.9-14; Salmo 23; 1 Gv 3,1-3; Mt 5,1-12ª)




 
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