i Defunti - 2.11.2021






nº 2119

Artigo

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

La vita risorge

Essi vivono

Per quanto non si creda nella vita eterna, i morti sono una presenza permanente. Sono nella nostra memoria, come se fossero qui. Tutti i popoli avevano i loro riti funebri come espressione di questa continuità. L'origine della celebrazione dei Morti traduce, cristianamente, questa mentalità. Non è un culto dei morti, ma un culto dei morti che vivono in Dio. Ogni culto si riferisce a Dio che porta con sé tutto ciò che è creato da Lui. La celebrazione ha qualcosa di molto unico: nel mistero di Cristo, morto e risorto, ci uniamo a coloro che hanno lasciato questa vita e vivono la gloria loro riservata. La gloria è la manifestazione di Dio. Quando parliamo con Dio prendiamo tutto ciò che ci riguarda. Pregare per i morti è parlare a tutti coloro che sono in Dio. È bene ricordare che quando si tratta di vita eterna si può dire ben poco. È un'altra dimensione. Entriamo in paradiso in Dio. Facciamo attenzione a non voler organizzare “l'altro parte". Abbiamo molto da fare qui. Il nostro Paradiso ora è l'amore che dedichiamo ai nostri fratelli. Così ci ispira il salmo: « Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per gustare la dolcezza del Signore ed ammirare il suo santuario” (salmo 26,4). La prima lettura ci rivela il grande cambiamento che il futuro ci prepara: “ Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre che copriva tutte le genti.” (Is 25,6-7). Questo momento è di speranza.

Gesù accoglie

La liturgia di questo giorno non è funeraria. Essa  ci insegna quello che significa il grande amore di Dio per noi manifestato in Cristo: “La volontà del Padre che mi ha inviato è che non perda nessuno di coloro che Egli mi ha dato, ma li resusciti nell’ultimo giorno” (Gv 6,39). E ancora di più: questo desiderio di stare con noi, che ha motivato l'Incarnazione, si traduce nel donarci ciò che saremo. Per questo Giovanni insegna: “Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! La ragione per cui il mondo non ci conosce è perché non ha conosciuto lui. Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è” (1 Gv 3, 1-2). Notiamo quanto Gesù ci comunica la sua vita. Che ci attrae e ci accoglie. Celebrare i morti è rimodellare la vita nella sua dimensione più grande, che è la sua continuità in Dio. Giovanni insiste: “Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente” (Id 1). Celebrare i morti non dovrebbe essere considerato un giorno sfortunato, qualcosa che non va bene. Ma è rallegrarsi di poter avere con Dio, come abbiamo celebrato nella festa di Tutti i Santi, l'immensità di chi già vive nella gloria. Celebrando, ricordiamo ciò che saremo. Penso che sia giunto il momento di rimuovere l'atmosfera funeraria dalla celebrazione dei Defunti. Certo che arriva la nostalgia. Non si può togliere la dimensione della morte che ha la vita. È dolore. La nostalgia fa male.

Perchè preghiamo per i defunti

La Chiesa ha sempre pregato per i morti. Siccome era naturale  non c’era bisogno di spiegare. Preghiamo per la loro purificazione. Noi cattolici crediamo nella Bibbia che insegna che siamo il Corpo di Cristo. Cristo è il Capo e noi le membra (1Cor 12,27). Se, come Chiesa visibile, siamo un solo corpo, quanto più come Chiesa totale, tutta in Cristo, in unità con il Padre. Nel cammino verso il Padre ci sono le membra più deboli che hanno bisogno della nostra preghiera, della nostra vita spirituale con Dio. Così comunichiamo Vita in Cristo. Non smettiamo di pregare per i morti, perché un giorno anche noi avremo bisogno della preghiera. Siamo in cammino. Santa Monica ha detto: “Ricordatemi all'altare di Dio”.




 
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