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Omelia 4^ Domenica Quaresima 14.3.2021





Gesù è la risposta di Dio al dolore umano, frutto del peccato. Dio è misericordioso e giusto, ma la sua giustizia si fonda nella misericordia. Le nostre opere buone sono frutto della scelta nostra per Gesù Salvatore. Con la sua morte e risurrezione Gesù offre il rimedio per ogni male. Chiunque crede in Lui ha la vita eterna e un amore eterno!

nº 2048

Omelia

4^ Domenica di Quaresima(14.03.21)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Rallegrati Gerusalemme

Alleanza che redime

Tutti gli anni nella quarta domenica di quaresima abbiamo una nota di allegria. Sono i primi raggi di Pasqua che illuminano il mondo. Nel contesto dell’alleanza,  risplende sempre lo splendore della nuova alleanza realizzata da Gesù. Quanta gioia era nel popolo quando, dopo il grande esilio, venne la liberazione con il ritorno nell’amata patria. Cantavamo con dolore: “ Lungo i fiumi di Babilonia, là sedevamo e piangevamo ricordandoci di Sion. Ai salici di quella terra appendemmo le nostre cetre” (S 136).  Dio perdona e dimentica. Gesù è la massima espressione della risposta di Dio al dolore umano, frutto del peccato. L’infedeltà ha un prezzo. Ma la fedeltà di Dio è più grande del peccato umano. Gesù assume la sofferenza umana  e libera l’umanità dalla condanna. Per questo si è fatto uomo, ha assunto la carne di peccato e  venendo crocifisso si offre a Dio nell’adesione al disegno di salvezza. In lui riceviamo la riconciliazione. In Lui facciamo nostra l’adesione al disegno della vita nuova. Il grande invito di Gesù, dall’alto della croce, è di dare il giudizio: offrire la luce affinchè chiunque crede in Lui abbia la vita eterna. Chi non crede è già giudicato e condannato: “chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio” (Gv 3,18). Il giudizio non si fa secondo la giustizia umana, ma nelle “opere che Dio ha preparato perchè noi le praticassimo” (Ef 2,10).

Ricco in misericordia

Tutta la relazione del Dio dell’alleanza con il suo popolo, e dopo in Cristo, con l’universo, si fa sulla base della misericordia. Si sente dire che Dio è misericordioso, ma che è anche giusto. Esattamente. La sua giustizia si fonda sulla misericordia. Per questo il pentimento avviene solo quando crediamo che Dio ci ama intensamente. Ma spesso, falsi come siamo, chiediamo giustizia, ma per gli altri. Dimentichiamo di guardare i nostri fardelli. Gesù diceva: “Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio?” (Mt 7,3). Dunque: non giudicare. E se lo facciamo, facciamolo almeno con misericordia. Paolo agli Efesini sottolinea che “Dio è ricco di misericordia”. Ma noi non abbiamo fatto nulla per meritarla, poichè : “Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati” (Ef 2, 4-5). Dio non ci condanna, perchè Cristo, con la sua Passione e Risurrezione ha aperto per noi le porte del Paradiso. Giovanni dice: “Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui” (Gv 3,17). Nella misura in cui ci avviciniamo alla verità di questo amore, manifestiamo che le nostre opere sono fatte in Dio (Gv 3,21). Una pastorale valida deve essere fatta sulla base della misericordia, altrimenti non è cristiana. Gesù ha salvato il mondo manifestando la ricchezza della grazia (id 7).

Agire nella verità

“E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie” (Gv 3, 18-19). Le opere buone sono frutto della scelta per Gesù Salvatore. Giovanni insiste: “Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio” (Gv 3,21). Non basta la fede, è necessario che la fede si manifesti attraverso le opere, come dice Giacomo (2,18). La carità verso Dio avviene solo quando essa si concretizza nella carità verso il prossimo. Paolo anche dice che “la fede opera per mezzo della carità” (Gal 5,6). Giovanni nella sua lettera dice: “Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo, Gesù Cristo, e ci amiamo gli uni gli altri” (1 Gv 3,23). La fede cristiana non è un insieme di dottrine, ma una vita d’amore che si realizza nella molteplice cura degli altri.

Letture: 2 Cr 36,14-16.19-23; Sal 136; Ef 2,4-10; Gv 3,14-21




 
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