Quaresima oggi







nº 2043

Articolo

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Quaresima oggi

Riforma liturgica

La liturgia è sempre passata da qualche rinnovamento. Un principio della riforma attuale è stato di portare la liturgia al punto più alto della sua storia, che è stato nel VIII secolo. Così anche la settimana santa. Pio XII ha fatto il primo cambiamento. Il cosiddetto messale di San Pio V, tanto venerabile e antico, ha la sua base nei documenti, ma non tanto antichi. Pio V disse che la riforma fu fatta sulla base di documenti “della nostra biblioteca”. Fino al momento del Concilio erano già stati scoperti documenti molto più antichi, come i testi  del sacramentario Veronese che contiene i primi testi liturgici per le celebrazioni. Poi seguirono altri. Dal punto di vista storico, il messale del Vaticano II ricerca una tradizione molto più antica rispetto alla quale la riforma di Pio V non aveva accesso. Sulla quaresima il suo insegnamento è ascetico, e riduce la penitenza quaresimale al digiuno, del quale enumera i frutti. La grande differenza sta nella dimensione del Mistero Pasquale di Cristo che domina il tempo della quaresima rinnovata. La penitenza, nel messale antico era vista soltanto nel suo aspetto ascetico. La riforma ha eliminato le preghiere che insistevano solo sul digiuno e sulla mortificazione corporale che riduceva l’ascesi solo alla diminuzione degli alimenti. Ora emergono gli aspetti positivi come la preghiera e l’esercizio della carità. In effetti occorre non dimenticare che tutto era in latino e a voce bassa, per cui il popolo si è fatto le sue devozioni.

Caratteristiche attuali

Prima di tutto i testi sono più numerosi. Questo favorisce la diversità delle tematiche. Si insiste sulla conversione come cammino per la Pasqua, o sull’esercizio della carità, o sul perdono dei fratelli, o sulla preghiera e sul digiuno dal peccato. Le osservanze esteriori devono essere accompagnate con il rinnovamento dello spirito. La celebrazione penitenziale è segno sacramentale della nostra conversione. La penitenza quaresimale è vista come un cammino per la Pasqua e per la partecipazione al Mistero Pasquale del Cristo. Questa si esprime nelle opere di carità, nel perdono, nella preghiera e nel digiuno. È tempo di rinnovamento, con un serio impegno nella conversione. Ciò che fa la differenza maggiore è la intensificazione della presenza della Pasqua che dà senso e significato a tutto ciò che viene realizzato in questo tempo. Certamente vediamo che quell’ambiente di serietà e di spoliamento non interferisce più sulla società. Già diceva il profeta: “Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, … dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne?” (Is 58, 6-7). Ci sembra che il profeta fosse molto più progredito di oggi.

Quaresima, un sacramento

Sette sono i sacramenti. Nè più nè meno. Ogni sacramento deriva dall’azione redentrice di Cristo. La Chiesa  si fa sacramento di Cristo nel celebrarli, unita alla suo Redentore che  penetra tutte le realtà della fede. Per questo la quaresima è chiamata sacramento, perchè i suoi gesti e parole hanno la presenza di Cristo che nel mistero della sua morte e risurrezione, la sua Pasqua, ci ha liberato dal male e ci introduce nel regno della sua grazia. Per questo, la Pasqua, da senso a tutta la preparazione ed è presente dal suo inizio alla fine del cammino. Tutta l’azione liturgica è azione di Cristo Vivo. Ciò che celebriamo proclama questa presenza e la rende attuale nella nostra vita. La mentalità pasquale è il linguaggio dei grandi scrittori antichi. Per cui, tornando all’insegnamento dei vecchi maestri, nel Concilio Vaticano II, si è ritornati alla migliore tradizione della Chiesa.




 
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