Omelia 4^ Domenica T.O. 31.1.2021





La gente che ascoltava Gesù restava letteramente dipendente dalle sue labbra, da quello che diceva perchè Egli parlava con autorità. Cioè in modo diverso dagli altri maestri. Il suo messaggio prima di essere alla scuola di Giuseppe e Maria era passato dalla scuola del Padre del Cielo. Egli trasmette ciò che da Lui ha udito con parole tanto semplici e le spiega con gesti tanto buoni che chiamiamo miracoli. L’autorità di Gesù veniva dalla sua adesione al progetto redentore del Padre. Chi chiude il cuore a Gesù si impedisce di conoscere questo grande progetto di Dio Padre per noi

nº 2036

Omelia 4^ Domenica T.O. (31.01.21)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

L’insegnamento di Gesù

Insegnamento con autorità

Il ministero in Galilea riflette, nel testo di Matteo, l’inizio della predicazione di Gesù (Mt 4,16), che cita Isaia 9,2: “Il popolo che vivena nelle tenebre vide una grande luce”. I miracoli di Gesù mostravano autorità. Egli fa il miracolo nel cuore della vita spirituale del popolo, durante la celebrazione in sinagoga. Egli annuncia e toglie il male dalla gente, simboleggiato dalla espulsione di un demonio che dominava un uomo.  Ma satana riconosce chi è Gesù: “Io so chi tu sei, tu sei il santo di Dio”. Santo di Dio si diceva del Sommo Sacerdote che introduceva il popolo nel Luogo Santo. Gesù, per il suo ministero, conduce il popolo a Dio, poichè Egli ha potere anche sopra i demoni che lo riconoscono. Nel vangelo di Marco assistiamo a molte espulsioni di demoni. Gesù  li cacciava e al loro posto veniva lo Spirito Santo. “Se io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio” (Lc 11,20).  L’autorità di Gesù è nella sua adesione piena al progetto redentore del Padre. Guidato dallo Spirito Egli annuncia il Regno per la conversione fondamentale. Il popolo identifica in Gesù il profeta annunciato da Mosè nel Deuteronomio: “Io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò” (Dt 18,18).  La predicazione di Gesù è accompagnata da miracoli che la comprovano. Essa libera l’uomo dal demonio che schiavizza e distrugge l’essere umano. Ora invece può udire Gesù con libertà. Così, nel mondo, c’è la necessità di scacciare il demonio che lascia la persona posseduta senza poter ascoltare e scegliere

Non chiudete il vostro cuore

La parola esige sempre la risposta obbediente di un cuore aperto a Dio: “Non indurite il cuore come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere”(S 94). La Chiusura del cuore impedisce la conoscenza del progetto presentato da Gesù. Oscura la mente e impedisce l’azione di Dio in noi. Il profeta è mediatore tra Dio e il popolo. Gesù si fa mediatore. È Lui che dovremo ascoltare. Non possiamo cercare il nostro futuro o il senso della nostra vita in persone che non hanno in Gesù la fonte primaria e ultima della volontà di Dio. Basta pensare agli oroscopi, alle altre religioni che si prendono il diritto di leggere il futuro con mezzi oscuri e lontani dalla Parola di Dio. La fede ci domanda di ascoltare Gesù e la sua Parola. Chi dice le parole di Dio senza viverle non è adatto a discernere dove agisce Dio. Il profeta deve parlare in nome di Dio, quello che Dio vuole. Dice Dio a Mosè: “il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta dovrà morire» (Dt 18,20). Come annunciatori della Parola di Dio, possiamo “vendere” la verità. Non è questo il progetto di Dio verso di noi.

Piacere al Signore

Quando parliamo di fare la volontà di Dio possiamo entrare per un solo cammino quello della obbedienza alle cose che ci sono domandate. Ma siamo chiamati a fare la volontà di Dio nelle cose della vita. C’era al tempo di Paolo l’idea del ritorno imminente del Signore. Questo insegna, intanto, che dovremmo essere preoccupati prima di questo ritorno, lasciando da parte il resto. Paolo domanda che tutto il resto sia secondario. E lo dice, soprattutto, rispetto al matrimonio. Non è  contro di esso ma, chi è sposato ha altri impegni. Certamente Paolo, nell’attuale contesto, però,  potrebbe dire molto bene anche: “Vivere un buon matrimonio è una eccellente maniere di preparare la venuta del Signore”

 Letture: Dt.18,15-20; S 94; 1Cor.7,32-35; Mc 1,21







 
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