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Omelia 30^ Domenica T.O. 25.10.2020




Dio è parente dei poveri e li difende e protegge attraverso il suo popolo

nº 2008

Omelia 30^ Domenica T.O. (25.10.20)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Dacci amore

Capacità di sintesi

Gesù  cammina verso  la realizzazione della volontà del Padre. L’evangelista mostra, attraverso gli attacchi dei nemici, il nucleo del suo insegnamento. La questione ora è la sintesi di tutta la legge. Cosa dà significato a tutto l’insegnamento e alla pratica del popolo di Dio? Gesù risponde con i due comandamenti dell’amore: amare Dio con tutto il cuore, tutta l’anima  e tutta la mente. È l’uomo intero. E aggiunge: amerai il prossimo come te stesso. Tutta la legge e i profeti dipendono da questi due comandamenti (Mt 22,40). Essi riassumono anche la vita e la missione di Gesù. Le parole sul comandamento più grande sono la sintesi di tutto quello che Dio vuole per il mondo. Per questo ha inviato il Figlio. Per essi noi possiamo capire quello che Gesù dice e il significato della sua Passione. Sono essi che ci menifestano il Mistero Pasquale nel suo contenuto. È bene notare che l’amore di Dio esiste solo quanto si realizza nella relazione con il prossimo. Quando si cercano altri fondamenti per la fede cristiana, come per esempio, la tradizione o i principi spirituali, è perchè vogliamo evitare quello che non ci piace. Ci sono i movimenti spirituali, le spiritualità, i metodi di preghiera, le manie religiose! Ma non si preoccupano dell’amore del prossimo. Non si tratta di un amore spiritualizzato. Deve essere concreto, come le mani nella pasta o sporcandoci i piedi. Compromettersi con il prossimo come se fosse un altro io. È l’unico cammino per il Cielo. Gesù diceva che “stretta è la porta e angusta è la via che conduce alla vita. E sono pochi coloro che vi entrano. (Mt 7,14)

Il grido degli oppressi

Nel libro dell’Esodo, a proposito del codice dell’alleanza, capitoli 21-23, c’è una legislazione rivolta ai poveri. Dio come “parente dei poveri” difende e protegge il proprio popolo. Ha cura dello straniero dell’orfano e della vedova, degli indebitati e dei lavoratori. La cura di Dio è come quella di una madre che si alza per vedere se il figlioletto è ben coperto. e dunque guai a coloro che non rispettano il povero che grida a Dio. Comincia dallo straniero: “Non maltratterai lo straniero perchè anche voi foste stranieri” (Es 22,20). È doveroso comprendere la loro situazione, poichè Dio ha compreso la situazione del suo popolo oppresso.  L’orfano e la vedova erano i più sfruttati in quanto non avevano diritti e nessuno a cui ricorrere, tranne il cuore ferito del Padre. E difenderà con rigore i poveri indebitati: “Non possono essere addebitati interessi”. La cura di coloro che hanno dato qualcosa in prestito, va fino al punto di preoccuparsi che non abbiano freddo. Quello che manca al povero resta nei conti di Dio e può costare caro. “Se grideranno verso di me, io li ascolterò perchè sono misericordioso” (Id 21-26). Egli ha ascolto attento verso i poveri.

Fede che supera

Paolo mantiene una bella relazione con le comunità frutto della sua predicazione. Egli tuttavia non attraeva a se ma a Cristo: “Voi siete diventati imitatori nostri e del Signore avendo accolto  la Parola con la gioia dello Spirito Santo, anche in mezzo a tante tribolazioni” (1 Ts 1,6). Così si diventa modelli e missionari. La loro fede porta molti altri ad abbandonare gli idoli e ad aderire a Dio Vivo. In questo modo si può affermare che le comunità vive sono i più grandi ed efficienti evangelizzatori. Per questo  possiamo dire con gli evangelisti: “vieni nella mia chiesa”. Tutti sono responsabili individualmente e come comunità della evangelizzazione. La celebrazione eucaristica è la prima comunità evangelizzatrice. Evangelizza rinnovandosi e si rinnova evangelizzando.

Letture: Es.22,20-26; Salmo 17; 1 Tes.1,5c-10; Mt. 22,34-40.




 
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