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Omelia 23^ Domenica T.O. 6.9.2020




L’evangelizzazione è sempre un’azione permanente. Essa ha più forza quando Gesù è in mezzo a noi e noi siamo in unione con la comunità con la quale formiamo un solo Corpo. L’evangelizzazione più grande e permanente è Amare

 

nº 1994

Omelia 23^ Domenica T.O. (06.09.20)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

L’Amore è il compimento della legge

Ho udito la voce di Dio

C’è nella celebrazione della 23^ domenica una doppia chiamata: la responsabilità di chi annuncia  e quella di chi ascolta la Parola. Chi annuncia ha un impegno con la verità, e per questo deve annunciare.  Questa chiamata non è eterea, ma deve dirigersi alla persona nella realtà della sua vita senza illusioni. La parola che porta alla conversione ha un certo rispetto per la persona che si trova in errore: in primo luogo  richiamare personalmente, in una conversione serena. Se questo non risolve, ci si procura l’appoggio di più persone, con discrezione. Se ancora l’errante non ascolta, la comunità tutta deve impegnarsi. A partire da qui, se resta chiuso alla Parola, il fedele  viene escluso dalla comunità. La responsabilità è personale. Notiamo la forza evangelizzatrice della comunità. L’evangelizzazione non è fatta solo da un primo annuncio ma si base su un annuncio permanente. Si sta in una conversione continua. Il salmo 94 invita a questa conversione: “Ascoltate oggi la voce del Signore!”. La parola di Gesù sulla forza dell’unione è: “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20). Questo mostra che Lui continua la sua missione evengelizzatrice permanente attraverso la comunità, e con lo stesso vigore. Così possiamo capire come le parole povere che diciamo, abbiano invece una grande forza di conversione. Il permanente appello è sostenuto dal salmo 94: “Oggi non indurite i vostri cuori”, riflette la necessità di evangelizzare. È una ricerca di cambiamento di vita. Se un fratello pecca contro di te, vai, correggilo affinchè non si perda.

Sarò in mezzo a loro

C’è una nozione che manca nelle nostre catechesi: “Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua” (1 Cor 12,27). Dunque siamo corpo di Cristo e facciamo parte gli uni degli altri. Amare e credere ci fa dimora di Dio: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in Lui” (Gv 6,56). E anche: “Dio è amore, chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui” (1 Gv 4,16).c’è una partecipazione intima e individuale con la Trinità. Dio vive in me e io vivo in Dio. Non c’è posto per l’individualismo. La Parola insegna la presenza di  Cristo tra noi quando siamo uniti: “se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18, 19-20). È da lì che riceviamo la forza evangelizzatrice proprio perchè Cristo è in mezzo a noi. Ed egli custodisce la preghiera comunitaria. La preghiera individuale ha valore, arriva a Dio, ma la garanzia più grande è quando Gesù prega unito con noi uniti in un solo corpo con Lui. Chi non gusta di pregare insieme non possiede questa garanzia. La preghiera vale, ma .... quando siamo uniti  ottiene di più.

L’amore non fa il male

Quando siamo corpo siamo in relazione  ma in quanto umani ha anche i suoi condizionamenti. Per il buon esercizio fraterno, che non è solo sociale, viviamo in accordo con i comandamenti verso il prossimo che toccano tutte le dimensioni della vita umana. Ricordiamo che sono gli stessi che Gesù enumerò al giovane ricco. Amare non fa del male, fa solo del bene. Ma può costare, perchè chi ama dona la vita (Gv 15,13). L’amore è il compimento perfetto della legge (Rm 13,10). Questa attitudine dell’amore è la più grande evangelizzazione che possiamo fare. Vediamo che, nella pandemia c’è stata molta dedizione verso i bisognosi. Non sono solo i cattolici, ma anche quelli delle altre religioni che non hanno questa dimensione. È il risultato della evangelizzazione. La Chiesa non è per attirare per se, ma verso Dio.

 

Letture: Ez.33,7-9; Salmo 94; Rom.13,8-9; Mt.18,15-20.





 
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