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Omelia 7^ Domenica T.O. 23.2.2020



nº 1938

Omelia 7^ Domenica T.O. (23.02.20)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Siate santi

Spirale d’amore

San Matteo riassume in uno stesso testo i “detti” di Gesù su vari argomenti. Qui intende caratterizzare il modo di vivere il comandamento dell’amore. Vivendo in comunità formate di diversi tipi di persone, Gesù dà una regola unica: andare oltre le aspettative nelle risposte che diamo a situazioni concrete. Si noti che è il catechismo dell’amore. Non fate come fanno i malvagi: “Occhio per occhio, dente per dente”. Ma offrire l’altra guancia, dare il mantello a chi ti prende la tunica, andare un chilometro oltre a chi ci forza a farne uno, dare l’elemosina a chi te la chiede, amare i nemici. Essere di più, non per vanagloria, ma oltrepassare le barriere dell’aspettativa umana. Il motivo di questo amore che va oltre, blocca l’onda della malvagità e realizza il progetto di Gesù, e la ragione per cui lo facciamo è: “Così diventerete figli del vostro Padre che sta nei cieli che fa sorgere il sole sui buoni e i cattivi e cadere la pioggia sopra i giusti e gli ingiusti”. È il modo di agire di Dio che non fa distinzione di persone. Tratta bene tutti, al di là di ciò che le persone chiedono o necessitano. L’amore va sempre oltre. Gesù dirà che non cambierà la legge. Ma i costumi sì. Già c’è nell’antico testamento una bella legge sull’amore: “Non avere odio nel tuo cuore contro tuo fratello … non cercare vendetta, non portare rancore … amerai il prossimo tuo come te stesso”. Poichè la comunità cristiana non è una religione individualista, come coloro che stando bene con Dio non si preoccupano di niente altro, ma è un nido d’amore, o dovrebbe esserlo! Le relazioni esigono che il comandamento sia messo in pratica.

Siate perfetti

L’Antico Testamento mette come ragione della pratica della santità il fatto che “il vostro Padre Celeste è santo”. La santità di Dio è una perfezione che siamo chiamati a cercare nella nostra vita perché vi partecipiamo come esseri umani. In primo luogo la santità non è un accumulo di cose buone che facciamo, ma una partecipazione alla santità di Dio. Gesù ci ha aperto questa porta. Nell’AT, solo il sommo sacerdote entrava nel Santo dei Santi, luogo della presenza di Dio. Ora, per Gesù e per il dono dello Spirito, siamo suo tempio: “il santuario di Dio è santo e voi siete questo santuario” (1 Cor 3,17). Gesù invita a essere perfetti come il Padre celeste è perfetto (Mt 5,48). Abbiamo in questo testo una indicazione del cammino della santità cristiana. Gesù è il modello e dice che quello che il Padre fa, anche Lui lo fa. Seguire Gesù è seguire la sua parola e il suo esempio, fare come Lui ha fatto.  Egli viveva la sua santità nell’unione con il Padre. Vediamo in cosa consiste la santità al momento: ma nelle cose esteriori, che non coinvolgono il nostro cuore con quello di Dio. Manca in noi l’essere come Dio è: essere buono con tutti. Egli non fa distinzioni.

Santuari di Dio

Il santuário  di Dio non è una casa, né un edificio, è una vita, perché lo Spirito Santo è vita. Il santuario di Dio è santo. Ma il nostro santuario non lo è quando viviamo solo della sapienza del mondo. Questa è insensatezza, come dice Paolo. Cosa è sensato davanti a Dio? Fare come Dio ha fatto: Egli perdona ogni colpa, cura le infermità, salva la tua vita, ti cerca con affetto e compassione. Egli è indulgente, favorevole, è paziente  e benevolo, non ci tratta secondo le nostre mancanze, non ci punisce in proporzione della nostra colpa, ma come un padre ha compassione di suo figlio, il Signore ha compassione di coloro che Lo temono (s. 102). È questo il modello che Gesù applicava nella sua vita. Perché insegniamo cose che non portano a Dio, ma soltanto verso una dimensione puramente umana?

 

Letture, Lev. 1-2.17-18; S 102; 1 cor. 3,16-23;Mt. 5,38-48.








 
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