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Omelia 5^ Domenica T.O. 9.2.2020





Il cuore aperto è umile

nº 1934

Omelia 5^ Domenica T.O. (09.02.20)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Brilli la vostra luce

Vocazione fondamentale

Gesù inizia la sua missione chiamando i discepoli e comincia con Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni sul lago di Genezareth (Mt 4,18). La chiamata consisteva nell’essere con Lui. Così a loro volta, avrebbero potuto continuare la sua missione e la sua presenza nel mondo. Il testo di Matteo che vediamo oggi, segue il discorso delle Beatitudini (che non è letto quest’anno a causa della festa della Presentazione del Signore , che coincideva con la domenica).  Nel senso che colui che vive lo spirito delle Beatitudini è il vero discepolo. In questo modo il discepolo diventa sale che dona il sapore  al mondo e  nutre la vita cristiana. È luce che mostra il cammino e attrae. Sono le opere di  coloro che seguono il Vangelo che attraggono altri allo stesso cammino. Per questo Gesù disse: “Brilli la vostra luce davanti agli uomini affinchè vedano le vostre buone opere e lodino il Padre vostro che sta nei cieli” (Mt 5,16). Possiamo mascherare e nascondere il male che abbiamo in noi. Ma il bene nessuno riesce a nasconderlo. Tutto quello che il Vangelo produce nel nostro cuore è una testimonianza viva. Se non vivremo questo cammino riceveremo la dura spiegazione: “se il sale perde il sapore... sarà inutile”... luce nascosta non illumina nessuno. E tutto rimane  nell’oscurità. Gesù raccomanda: “Così brilli anche la vostra luce”. La luce del Cristiano viene dall’interiorità. La scelta di Gesù e del suo Vangelo come vita è la fonte del sale e della luce da dove nasce questa luce interiore. Il miracolo nasce dall’atteggiamento della vita.

Cuore aperto

La luce che abbiamo si evidenzia negli atteggiamento fondamentali della vita cristiana che è l’amore che serve. Le beatitudini mostrano la scelta interiore. Le opere ne sono il risultato. La lettura di Isaia proclama  da dove viene la luce: “Se dividerai il pane con l’affamato, accoglierai in casa il povero e lo straniero ... Se toglierai di mezzo a te l’oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio» (Is 58, 7.9-10). Il cuore aperto  consiste in un cambiamento interiore  in un’opera di soccorso delle molte dimensioni della miseria umana. Non si può parlare di fede cristiana, di adesione a Cristo e di fede cattolica senza un’adesione completa alla carità. Tutti i santi furono di estrema carità. Donarono la loro vita. Uscire da se è la migliore maniera di riempirsi della vita Divina e diventare evangelizzatori. Il testo di Isaia è una lettura del Vangelo fatta tanti secoli prima. Gesù perfezionò il senso donando se stesso nella massima carità. “non c’è amore più grande di colui che da la vita per i suoi amici” (Gv 15,12). Non si tratta degli amici cui siamo più affezionati, ma di tutti. Tutti sono amici di Dio. Per questo sappiamo che Dio è il “filantropo” che ama le persone. L’amore non è egoista. Il cuore aperto non sta nel sentimento, ma da dove parte l’azione.

Umiltà e semplicità

Notiamo in Paolo un aspetto di “debolezza”. Lui stesso disse che va con semplicità. La parola annunciata fiorisce quando è data nella semplicità della vita e delle parole.  Vorremmo invece impressionare con il  vigore. Paolo insiste che è l’umiltà che lascia il segno. Dio non si impone, ma propone. È bene vedere che queste parole hanno un effetto trasformatore. Non sono accolte nella paura o nella pressione degli argomenti presentati. Disse “La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio. ” (1 Cor 2,5). Esistono molti modi per fare pressione sulle persone, anche nel celebrare. Ma i poveri restano sempre fuori. Il cuore aperto è umile.

Letture : Is. 58,7-10;Salmo 111;  1Cor. 2,1-5; Mt 5,13-16







 
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