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Omelia battesimo del Signore 2020





Questa festa è un Mistero da accogliere

nº 1926

Omelia del Battesimo del Signore (12.01.20)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Ecco mio Figlio, il Diletto

Celebriamo la manifestazione del Signore. Questo mistero si rivela in 4 celebrazioni diverse che sono però un unico mistero. La celebrazione del battesimo di Gesù è la più antica della Chiesa. Risale già al secondo secolo. C’è una preghiera nella Liturgia delle ore, l’Ufficio Divino, dell’epifania prega così: “Tre prodigi celebriamo in questo santo giorno:oggi la stella guidò i magi al Presepio, oggi l’acqua fu mutata in vino nelle otri di Cana, oggi Cristo è battezzato da Giovanni nel Giordano per la nostra salvezza” (Antifona dei Vespri dell’Epifania). Dio si è manifestato come dice Giovanni: “Venne per i suoi e i suoi (giudei) non lo hanno accolto (Gv 1,11). Dio si manifesta affinchè sia visto nella persona del suo Diletto Figlio. Non si tratta di dire “tesoro”, ma Figlio nel quale il Padre  si rispecchia interamente  e per il quale realizza la sua entrata nel mondo. Noi abbiamo visto Dio con i nostri occhi. Questo ci basta.  Accogliere il Figlio è accogliere il Padre. Tutto è pieno dell’amore di dilezione di Dio. Per questo la celebrazione della festa del battesimo di Gesù non è un anniversario da essere celebrato, ma l’accoglimento di un Mistero che si rivela come amore. Nel Battesimo del Figlio, tutti i figli adottivi (orazione) sono contemplati dal Padre, amati e assunti nella sua totale predilezione. Non c’è figlio minore o  peggiore. A tutti loro il Padre dona lo Spirito in abbondanza per poter continuare come il Figlio Divino la missione di manifestare la gioia del Padre a tutti. Nel gesto rituale del battesimo ricordiamo che siamo anche noi amati figli.

Battesimo in Cristo

Dopo essere stato battezzato, Gesù usci prontamente dall’acqua e il Cielo si aprì e Gesù vide lo Spirito di Dio, scendere come colomba  su di Lui (Mt 3,16). Giovanni ha battezzato Gesù,  e in esso Gesù si apre totalmente all’azione dello Spirito. Egli riceve l’unzione dello Spirito per la Sua missione. È confermato dal Padre con una completa dilezione amorosa. “Questo è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto” (id 17). Lo Spirito Santo, amore del Padre, consacra il Figlio nella prima e fondamentale missione che è manifestare l’amore che viveva con il Padre. È il momento di mostrare che la presenza di Dio  tra gli uomini è opera dell’amore  affinchè si realizzi l’amore. In questo modo possiamo  anche capire il battesimo che riceviamo. Chiamati figli di Dio, noi lo siamo di fatto. E questo si realizza per lo Spirito. Il battesimo ci mette nella missione di Gesù.  Più che una religione è un modo di vivere. Per questo Pietro dice: “come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui” (At 10,38).

Ecco il mio Servo

Nel libro di Isaia sul Servo amato, possiamo conoscere quello che Dio aspetta da ciascuno che viene battezzato nel Cristo: “Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano;ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre.” (Is 42,6).  Ricordiamo il discorso inaugurale di Gesù nella sinagoga di Nazareth. Questa è la missione di ognuno che  uscito dalle acque è depositario dell’amore del Padre e unto dallo Spirito. Senza questo, diventa impossibile realizzare la missione cristiana e preservare nell’amore (Orazione). Preghiamo nel dopo comunione: “Siamo chiamati figli di Dio e lo siamo realmente”

 

Letture: Is.42,1-4.6-7;Salmo 28; At.10,34-38; Mt 3,13-17.







 
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