Nel Natale la Parola si fa carne e diventa il nostro cibo, che ci alimenta per percorrere i sentieri della salvezza.
nº 1921
Natale del Signore (25.12.19)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Gloria a Dio
Posto in una mangiatoia
Dopo un ricco avvento nel quale la venuta futura di Gesù si fonde con la sua venuta nella carne, possiamo conoscere il disegno di Dio sulla nostra salvezza. Colui che nasce tra la paglia, nella umiltà, verrà glorioso, ma umile, per raccogliere nel raccolto del Regno, i frutti maturi per la vendemmia. Guardando un fanciullino dormire in pace in una mangiatoia, l’universo si apre a una grande rivelazione: il Dio, che era vendicatore fino alla quarta generazione, è il Padre amoroso che accoglie tutti i figli. È la pace che gli angeli cantano (Lc 2,14). L’Angelo dice a Maria e ai pastori: “Non abbiate paura” (Lc 2,10). È di pace che Lui parlerà. La pace di un bambino addormentato è il seme della speranza. Nel suo corpo egli realizza l’unione tra la Umanità e la Divinità.. c’è pace tra Dio e l’uomo. Gesù, nel suo corpo realizza la salvezza dell’umanità. “Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace,e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l'inimicizia” (Ef 2, 14-16). Questa pace non è un momento soave, lo è certamente, ma è soprattutto un’azione che Dio realizza attraverso suo Figlio nato in una mangiatoia in un mondo dominato dal potere romano. Gli umili sperimentarono per primi questa pace. Sono i primi annunciatori perchè si dice che “ritornarono glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano visto e udito, come era stato loro detto” (Lc 2,20). La pace unisce la mangiatoia alla croce in un unico gesto d’amore .
La grazia si è manifestata
Paolo dice a Tito: “E' apparsa infatti la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, che ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo”( Tt 2,11). Il bambinello della mangiatoia ha una dimensione più grande di quella di un semplice bambino addormentato. Egli viene per restaurare l’universo. Ma vuole anche restaurare il nostro cuore in modo che viva intensamente la pace che Egli porta. Il mondo si rinnova però solo quando i cuori stessi sono rinnovati con attitudini nuove. La fede non si concilia con la malvagità. “Egli ha dato se stesso per noi, per liberarci da ogni malvagità e avere un suo popolo puro e impegnato in buone opere” (Tt 2,14). La grazia di Dio si manifesta in Gesù che è la Grazia e la Misericordia. Questo ci chiama a vivere con coerenza. Non basta credere e ammirare. Dio vuole che i nostri comportamenti riflettano la nostra scelta per il Redentore di ogni uomo. Se desideriamo essere redenti, cerchiamo di essere redentori attraverso il Vangelo vivente che abbiamo in noi credendo in Gesù. Apprendere dal Natale è essere Natale durante la nostra vita costruendo la pace.
Egli ci insegna
Il Natale è un libro che insegna verità sempre nuove. Non è senza ragione che l’Apostolo ed evangelista Giovanni dice che la Parala si fece carne e venne ad abitare tra di noi (Gv 1,14). È una Parola che insegna. È una parola che sta in una mangiatoia, luogo dove gli animali si alimentano. Essa sempre ci alimenta. Noi vedemmo la sua gloria (idem). Dio si è fatti visibile: “Filippo, chi vede Me, vede il Padre” (Gv 14,9). Dire che entriamo nella scuola di Nazareth è avere la sapienza di imparare da Gesù il modo di vivere per poter corrispondere al mistero che celebriamo. Nel Natale non soltanto ricordiamo un anniversario, ma celebriamo la Manifestazione di Dio. Possiamo dire che abbiamo visto Dio con i nostri propri occhi (1 Gv 1,1). Abbiamo visto e annunciamo per restare in comunione.
Letture: Is.9,1-6; Salmo 95; Tito 2,11-14;Lc 2,1-14
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