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Celebrazione defunti 2019 - articolo


nº 1905

Articolo

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Speriamo in Lui

Celebrazione dei defunti

Sant’Agostino scrive nel suo libro “Le confessioni”, gli ultimi dialoghi che ha avuto con sua madre Santa Monica (a Ostia-Roma). Non era un dialogo filosófico ma era certo una filosofia di vita che coltivavano con semplicità. Parlavano della vita futura, dopo aver conquistato, in vita, la gioia di vedere i risultati delle sue preghiere per questo suo figlio senza fede. Ora lo vedeva nella fede e ancor più nel ministero. Ella si sentì male e, fra le altre cose, disse che non si preoccupassero di doverla seppellire là fuori della patria. Ma chiedeva che si ricordassero di lei all’altare di Dio, nelle celebrazioni. Lei nacque nel 332 e morì nel 387. Visse 56 anni. E siamo all’inizio del cristianesimo. C’era già la libertà per il culto Cristiano (313). Ma era presto per avere molta dottrina stabilita. Perchè chiede che si preghi per lei all’altare di Dio? C’era già una conoscenza chiara della utilità della preghiera per i morti, soprattutto durante l’Eucaristia. In verità Santa Monica, conosceva il culto dei morti già nella società romana dove esso veniva chiamato refrigerium (riposo). Era una refezione fatta sul tumulo dei morti.

Non era novità parlare di preghiere per i defunti. Diciamo: “Dona loro, Signore, il riposo eterno” che abbiano un  luogo di riposo (refrigerio) e pace. La Risurrezione di Gesù ci dà la sicurezza che  lui stesso farà risorgere coloro che sono morti.  Non ci volle molto e si cominciò a fare una preghiera speciale. Pregare per i morti era qualcosa di normale. A partire poi dal secolo IV si celebrarono tutti i santi martiri e questo si stabilì nel primo giorno di novembre, a partire dall’anno 1000 e il 2 di novembre venne preso come giorno per fare memoria di tutti i defunti.

Morte che conduce alla vita

Meditando la celebrazione possiamo incontrare sostegno per la nostra vita che sembra tanto fragile. Perchè vivere? Per morire? La morte è presente. La Parola di Dio ci mostra ugualmente che la morte ha il suo senso nella vita che Lui dà. Leggiamo che Gesù spiega che la vita eterna è una decisione del Padre per tutti: “Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno».” (Gv 6,40). La missione di Gesù è condurre tutti alla Vita che dura per sempre. Per questo la morte è in relazione con la vita che segue. Pregare per i morti è credere nella vita di tutti. Preghiamo per i morti perchè crediamo nel Corpo di Cristo che unisce tutti. Non conosciamo i dettagli della vita di coloro che furono. Se necessitano della nostra preghiera per il loro riposo, noi lo facciamo come tutta la storia della chiesa disse.

Speriamo la gloria che porta alla vita

Il salmo 26 ci conduce a pregare questa verità quando mette sulle nostre labbra: “Una cosa sola ho chiesto al Signore, di abitare nella sua casa tutti i giorni della mia vita”. La lettura di Isaia ci insegna che: “Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre che copriva tutte le genti” (Is 25,7). Ogni preghiera per i morti ci coloca nel sicuro cammino per questo incontro con il Signore: “Ascolta, o Dio, la preghiera che la comunità dei credenti innalza a te nella fede del Signore risorto, e conferma in noi la beata speranza che insieme ai nostri fratelli defunti risorgeremo in Cristo a vita nuova” (Orazione) . credendo nella Risurrezione manifestiamo la mostra fede nella forza della preghiera per i morti che vivono questo passaggio terreno verso la vita celeste. Non lasciamo di pregare per i morti. Un giorno altri pregheranno per noi.










 
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