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Omelia 6^ Domenica di Pasqua 26.5.2019




L’amore è come un aratro che apre il cammino della felicità

nº  1860

Omelia 6^ domenica di Pasqua (26.05.19)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Custodire la parola

Fragili, ma forti nella fede!

La liturgia del tempo pasquale ci stimola a vivere il Mistero di Cristo, cioè portare la Parola a incarnarsi  nel quotidiano. È essere una risposta nel dialogo dell’Incarnazione, la risposta totale del Figlio nella sua morte. Nella sua Incarnazione cerca sempre di fare la volontà del Padre attraverso l’amore. Gesù, prima di annunciare il Regno, fa la volontà del Padre dando la vita affinchè tutti l’abbiano in pienezza (Gv 10,10). Gesù si rallegra nel vedere i suoi discepoli fragili e umili  aprirsi sia alla parola che all’amore che genera in noi. È la questione fondamentale che dirige la sua vita. Così anche noi siamo chiamati a vivere come è vissuto Lui. Amare è custodire la Parola. Al piccolo gruppo, più aperto, Egli garantisce la sua verità. Vivere la Parola è avere la vita, perchè così è accaduto a Lui. “Se qualcuno mi ama, custodirà la mia Parola. E il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23). Questa presenza d’amore non riduce la sua intensità a causa della debolezza dei suoi discepoli, poichè Gesù dona la certezza della presenza dello Spirito Santo che apre l’udito e i cuori affinchè si riceva il dono del Padre. Lo Spirito che il Padre invierà, insegnerà tutto e ricordera ogni cosa (id 25). Quale garanzia umana avevano i discepoli per la continuazione della missione di Gesù? Lo Spirito manterrà viva la memoria di Gesù e dei suoi insegnamenti. Disse anche: “vi dono la pace, la mia pace, non come la dà il mondo” (Gv 14, 23-29). I discepoli vivono nello stesso cammino.

Lo Spirito costruisce la Chiesa

Dopo la salita al Cielo nell’Ascensione, chiudendo il suo tempo e la sua missione, possiamo domandarci: e ora? Con la meravigliosa Ascensione di Cristo, iniziamo un mondo nuovo amato da Dio. È ora che Gesù ci  dà lo Spirito della Verità. Si può pensare che questo mistero ha come chiuso la sua azione nel mondo. Entriamo nel tempo dello Spirito che ha la forza del Padre e del Figlio per dare ai suoi fedeli i preziosi tesori della intimità divina. La pista per incontrare il Padre e il Figlio saranno le sue parole e la sua vita. Giovanni insegna che egli insegnerà tutta la verità e ricorderà tutto ciò che il Figlio ha insegnato (Gv 4, 26). Dopo la realizzazione della volontà di salvezza di Dio in Gesù, la volontà proclamata è ora vissuta da tutti i fedeli. È difficile superare il tempo che ci separa e percepire la realtà.

Possano le nazioni glorificarvi

La risurrezione di Gesù chiude il tempo della morte e apre la città di Dio. Giovanni, nella sua riflessione sulla grandiosità del nostro futuro rivela la grandezza della futura Gerusalemme. È la dimora celeste. Città senza tempio, perchè il suo tempio è il Signore. La luce è l’Agnello. Per questo una tappa della catechesi degli adulti prima di essere battezzati si chiama : di illuminazione. Noi siamo coinvolti in questo mistero quando stiamo con gli apostoli che sono i pilastri della città. Questa città già si delinea ora, nell’oggi di Dio. La lettura dell’Apocalisse provoca incomprensione per il suo linguaggio , ma è lo Spirito che parla.

Letture: At.15,1-2,22-29;S. 66; Ap. 21,10-14.22-23;Gv 14,23-29





 
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