Omelia di Pentecoste - 4.6.2017




La venuta dello Spirito Santo è data in un momento della storia ma è aperta a tuti i popoli, persone e lingue. Tutti possono ricevere e capire il Vangelo

nº 1654

Omelia di Pentecoste

(04.06.17)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Santifica la tua Chiesa

Una festa per oggi

Pentecoste è un avvenimento attuale, infatti preghiamo: “O Dio che, per il mistero della festa di oggi, hai santificato la tua Chiesa in tutti i popoli e nazioni” (Orazione).. Non stiamo ricordando un fatto storico, per quanto meraviglioso, ma una meraviglia che diventa presente, sempre in modo differente, sia nel silenzio della rugiada sia nel rumore della tempesta. Viene per tutti perché lo stesso Spirito che “aleggiava sulle acque” è donato sulla moltitudine dei popoli. Sono presentati i popoli pellegrini a Gerusalemme, essi diventano come la matrice nell’indicare le molte direzioni convergenti in quel momento (At2, 1-11). La santificazione ci ricorda che lo Spirito è inviato sopra tutti: “irradia su tutta l’estensione del mondo i doni dello Spirito Santo”. Ciò che chiediamo è che Dio “realizzi ora, nel cuore dei fedeli, le meraviglie che furono operate all’inizio della predicazione del Vangelo”. Questa meraviglia è l’annuncio del Vangelo. La Chiesa deve accogliere continuamente il dono dello Spirito Santo nel momento attuale e renderlo sempre presente per mezzo della sua evangelizzazione. Tutti compresero nella propria lingua le meraviglie di Dio. La grande ricchezza della Chiesa è l’apertura a tutti i popoli e culture. Il Vangelo è per tutti i tempi e non si fissa in un’epoca come se fosse la migliore. Può essere compreso da tutti. La Bibbia è già stata tradotta in più di 3 mila lingue. Cambiano le lingue e non perde nè il sapore nè la fecondità dello Spirito che mette nei cuori della gente.

Vieni, padre dei poveri!

La preghiera della Sequenza chiama lo Spirito Padre dei poveri,  in quanto mostra la sua missione come la bontà di un padre generoso che si preoccupa delle necessità dei suoi figli. Viene così esaltato l’amore dello Spirito che dà vita , che è consolazione, è presenza cara nel cuore, è riposo e sollievo. Egli lava, purifica, prega, cura, guarisce e  rinnova le nostre speranze. Il Mistero della terza persona della Santissima Trinità, uno Spirito ineffabile, un vento che nessuno controlla, ha il cuore del Padre e la sollecitudine del Figlio. Egli non è privilegio di alcuni prescelti, ma è presente in tutti come vita. “Il Padre vi darà un’altro Consolatore che starà con voi per sempre” (Gv 14,16). Gesù si incontra nella nostra natura umana con tutti i tratti umani. Lo Spirito è una presenza paterna con sollecitudine materna. Come lo Spirito ha dato al Figlio di Dio i tratti umani, ora dà ai figli di Dio i tratti della natura divina che rende viva in ciascuno l’immagine del Figlio.

Ricevete lo Spirito Santo

In quella domenica pomeriggio, Gesù si mise nel mezzo dei discepoli, soffiando su di essi li invia alla riconciliazione (Gv 20,19). Paolo chiede che il peccato non domini più su di noi (Rm 6,14). La nostra relazione con Dio si fa attraverso lo Spirito, perchè la Parola di Dio ci insegna: “Nessuno può dire, Gesù è il Signore, se non nello Spirito santo” (1 Cor 12,3). L’azione dello Spirito ci mette in relazione con Dio e con i fratelli. Egli distribuisce i doni per il bene comune. Questi si attuano nel corpo di Cristo del quale noi siamo membri. E’ tutto il Corpo che agisce come un tutt’uno. Non c’è cristianesimo vissuto individualmente, ma si passa dall’individuale al comunitario e dal comunitario al personale in vista di tutto il Corpo. La salvezza eterna è dentro la comunità. Il dono del perdono che è dato in quella notte non si riferisce solo a una confessione, ma è un progetto di fraternità che genera l’amore che salva.

 

Letture: At. 2,1-11; Salmo 103; 1Cor.12,3b-7.12 -13; Gv  20,19-23





 
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