Omelia 4^ Dom.di Pasqua 7.5.2017




La vita abbondante che ci dà richiede da noi anche una risposta quella di ascoltare la sua voce e seguirlo.

nº 1646

omelia 4^ Domenica di Pasqua

(07.05.17)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Porta del paradiso

Vita in abbondanza

A Pasqua  si celebra la morta salvifica e la risurrezione santificatrice che Gesù ci offre per avere la vita. Questa vita è in unione con quella di Gesù ed è soltanto in Gesù che essa si realizza e si sviluppa, poiché Egli è venuto affinché noi potessimo avere la vita in abbondanza (Gv 10,10). La vita abbondante è quella dei risorti. “Per Lui ci furono dati tutti i beniâ€. Questa vita che Cristo ci dà, in primo luogo è Lui stesso che si consegna a noi. Inoltre ci viene offerta anche la bella comparazione  di un gregge  che ha pascoli verdeggianti e acqua in abbondanza.  È il cibo dato nella totalità. Siamo liberati da tutti i mali, come ci spiega la lettera di Pietro: “Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato,vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti†(1 Pt 2,24). Non siamo mai perduti: “Eravate erranti come pecore, ma ora siete stati ricondotti al pastore e custode delle vostre anime†(id 25). Salva ciascuna pecora e tutte le pecore. Ma ci sono passi e percorsi da fare per iniziare questa vita. Per spiegare la sua relazione con noi, Gesù usa l’immagine bucolica del gregge, dell’ovile e del pastore. Nella liturgia odierna, Gesù si presenta come la porta per la quale passano le pecore. Questa porta è paragonabile a quanto dice: “Io sono il camminoâ€. Egli conduce, ma è anche per Lui che dobbiamo passare, accogliendoLo attraverso la fede, restiamo in unione a Lui e possiamo camminare con Lui

Ascoltare il Pastore

Il primo passo è ascoltare la voce del pastore. Questa sarà ascoltata se conosciuta. Dopo la conoscenza, diventa facile distinguerla da quella di un estraneo. San Pietro nel giorno di pentecoste,  rispondendo alla domanda “che cosa dobbiamo fare?â€, risponde: “Convertitevi, ciascuno si faccia battezzare e così riceverete lo Spirito santo†(At 2,38). Per riconoscere la voce del pastore, è necessario convertirsi a Gesù, farsi battezzare e ricevere lo Spirito Santo. È necessario attraversare la porta delle pecore. Gesù dice: “Io sono la porta delle pecore†(Gv 10,7). Non c’è cristianesimo senza Gesù. Accogliere Gesù e il suo vangelo è attraversare la porta. Eravamo pecore disperse. Gesù attraversando la sofferenza, che fu la sua porta, ci ha ricongiunti a se, come il pastore al gregge. Coloro che vennero prima di Gesù furono ladri e assassini che vennero solo per rubare, uccidere e distruggere. Gesù è venuto “affinchè abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza†(Gv 10,10).

Salvezza in Gesù

Non c’è salvezza fuori di Gesù? Di fatto no! Ci possono essere salvezze apparenti. Apparenti perché chi giudica il cuore è Dio e solo Lui vede quello che c’è nel cuore umano. Chi ha un cuore retto, fa parte del gregge di Gesù e può attraversare la porta che è Lui stesso. Per noi che Lo conosciamo non c’è altro modo. E conoscerlo non è solo sapere che esiste. San Giacomo ci dice che anche il demonio lo conosce e trema (Gc 2,19). “Anche Cristo soffrì per voi lasciandovi un esempio affinché ne seguiste le orme†(1 Pt 2,21). Per entrare attraverso di Lui che è la Porta attraverso la quale il nostro mondo entra in Dio, dobbiamo seguirlo anche quando è difficile. La vita abbondante che ci dà richiede da noi anche una risposta quella di ascoltare la sua voce e seguirlo. Domandarsi come riconosciamo la voce di Gesù che ci chiama per nome. La nostra intimità con Lui va al di là dell’amicizia, essa è una relazione profonda. È il termine che usa Gesù: “Chiama le pecore per nome e le conduce fuori†(Gv 10,3). Questa stessa relazione si esige in comunità: conoscere la voce degli amici è chiamarli per nome!

 

Letture: At.2,14a.36-41;Salmo 22;1Pt. 2,20b-25;Gv 10,1-10


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