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articolo -La Settimana Santa - continuare l'esempio di Cristo


nº 1639

Artigo

(del Triduo Pasquale)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Vi do’ l’esempio

1870. Dare un esempio

La celebrazione del Mistero Pasquale del Cristo diventa presente nelle celebrazioni liturgiche. Partecipiamo del mistero nella mistica dell’azione di Cristo che coinvolge tempo ed eternità. La celebrazione del rito non chiude l’avvenimento. Essa passa alla vita come un insegnamento e un esempio. Ci mostra cosa fare e come farlo. Questo pensiero è presente già nella preghiera della domenica delle palme: “ Dio onnipotente ed eterno, nel dare agli uomini un esempio di umiltà, hai voluto che il nostro Salvatore si facesse uomo e morisse in Croce. Concedi a noi di capire l’insegnamento della Passione per risorgere con Lui nella gloria”. Il Mistero Pasquale è anche un insegnamento. Questo risiede nell’umiltà del Figlio di Dio che si incarna e muore in croce. Perchè Gesù soffre tanto? Per dare un esempio di umiltà. Tutta la vita del Cristo è una permanente dimostrazione dell’umiltà della Trinità che è la mutua accoglienza delle Persone Divine. Nell’Incarnazione Dio si abbassa fino a noi. Non si tratta di “annichilirsi” ma di “inclinarsi” per prenderci nelle sue braccia, come una madre fa con i suoi pargoletti. Egli ama chi è umile. La sua vita è stata una vita di umiltà, semplicità, distacco, libertà e amore. Per questo è stato accolto. La superbia, l’altezzosità, non fa parte della vita di Gesù. Era proprio ciò che non accettava e che rimproverava duramente. L’umiltà è un insegnamento per tutta la Chiesa. Gesù nella Cena, lava i piedi agli apostoli e comanda di fare altrettanto: “Vi ho dato l’esempio perchè come ho fatto io facciate anche voi” (Gv 13,15).

1871. Continuare l’esempio

Gesù è il modello dell’azione. Seguire l’esempio ha in sè anche la caratteristica di “personalizzare” l’azione. Cristo continua in noi la sua umiltà. Gesù continua unito ai suoi discepoli nei loro cuori e nei loro comportamenti. La nostra umiltà è una estenzione della sua. Perciò i discepoli si identificano con il Maestro. Se continuano le sue sofferenze nel suo corpo che è la Chiesa (Col 1,24), continuano anche le sue virtù, scelte e mentalità: “Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù” (Fil 2,5). Il sentimento dell’umiltà è spiegato da Paolo con lo “svuotamento”. Non annichilimento. Essa rende l’uomo più uomo, lo rfende signore di se stesso nell’impegno, come ha fatto il Figlio Unigenito del Padre. Il cammino dell’Incarnazione è presente in tutta la vita di Cristo fino alla sua morte e sepoltura.  Svuotamento totale, anche della vita umana. Notiamo anche che nella Eucarestia, egli perde la caratteristica umana e si fa “materia” , fino al massimo che è la carne glorificata di Cristo

1872. Per questo Dio lo ha esaltato

Intendiamo la Risurrezione come la risposta del Padre all’umiltà del Figlio. Il distacco vince tutte le barriere della morte e del peccato che ci domina. Egli ha vinto la morte con la sua consegna totale al Padre. Non ha temuto la morte. Nel cammino della spiritualità cristiana, il motore fondamentale è l’umiltà. Per questo ci allontaniamo dalla verità quando ci dirigiamo solo verso noi stessi. Possedere se stessi è uscire da se stessi. Accogliere gli altri è (amare senza possedere). Continuiamo l’esempio di Cristo in noi, vivendo il suo insegnamento, così Cristo continua il suo cammino di redenzione del mondo. Uniti a Lui possiamo evangelizzare con la parola e la testimonianza della vita. E’ così che viviamo e celebriamo il Mistero Pasquale che è la nostra vita e risurrezione. Maria si colloca nella stessa linea nel riconoscersi in questa umiltà. Papa Francesco insiste sulla virtù dell’umiltà ed è contrario alla superbia.




 
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