nº 1637

Articolo

(del Triduo Pasquale)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Una settimana molto Santa

1867. Storia del popolo di Dio

La storia del popolo di Dio non termina con Gesù, ma continua  facendo il suo cammino fino alla comsumazione dei secoli “quando Cristo consegnerà il regno al Padre” (1Cor 15,24). Noi facciamo parte di esso. Diamo il nostro contributo e riceviamo i suoi insegnamenti. Celebrando gli avvenimenti e la memoria sacramentale, partecipiamo alla grazia della salvezza. Rifacciamo il cammino e il cammino ci rinnova. Le celebrazioni della Chiesa cominciano con la domenica che è il giorno in cui la comunità si riunisce con il suo Signore. Cosi ci riferiscono gli Atti degli Apostoli raccontando le apparizioni del Risorto che avvengono nell’ottavo giorno, cioè la domenica. Poi, già dal secolo II, abbiamo notizie della preparazione della Pasqua con giorni di digiuno. Sorsero poi i 40 giorni di Digiuno che chiamiamo la Quaresima. Già nell’anno 380  la testimonianza di una monaca Spagnola, Eteria, che visitò tutti i luoghi biblici, ci narra come avvenivano le celebrazioni. La liturgia di Gerusalemme ispira la liturgia della Chiesa e soprattutto quella della Settimana Santa. Gerusalemme ha una caratteristica solo sua, e cioè, di essere una liturgia geografica,  perchè celebra gli avvenimenti nei luoghi dove avvennero. Questi si concludevano sempre nella Basilica della Risurrezione, chiamata dai crociati anche Santo Sepolcro. Basta vedere la processione della domenica delle palme. Tutta la celebrazione della Pasqua è preparata per la celebrazione dei battesimi che erano realizzati però solo nella veglia pasquale. Il Battesimo è il passaggio dalla morte alla vita, in Gesù, che è passato prima di noi da questo cammino. Per questo la Veglia Pasquale ha alcuni riti che spiegano la grazia del Battesimo.

1868. Racconto della Passione

Più che della Settimana Santa, parliamo del Triduo Pasquale, dal Giovedì Santo che comincia con la Cena del Signore, (il Venerdì santo), il Sabato Santo e (la festa della) domenica di Pasqua. Sono tre momenti della stessa Pasqua. Notiamo che il giorno liturgico comincia sempre con i Vespri. La Vigilia è il centro di tutta la vita della Chiesa. Lì è il momento della celebrazione della Resurrezione. Cominciamo con la  Cena nella quale Gesù ha istituito l’Eucaristia che rende presente la sua Morte e Risurrezione. Il Mistero Pasquale di Cristo coinvolge tutta la vita di Cristo, centrandosi nella sua Passione e Risurezione. Ricordando la sua Passione il Venerdì Santo comprendiamo come Dio ha voluto redimerci. Occorreva tanta sofferenza? No. Ma avvenne così perchè il male domina il cuore degli uomini. Gesù ha sopportato perchè ha voluto amare fino all’amore estremo. Se ci uniremo alle sofferenze di Cristo, attraverso le nostre sofferenze e anche con la nostra partecipazione liturgica e spirituale potremo capire tutto ciò che questo significa.

1869. Gloria della Risurrezione

La Risurrezione è il punto massimo della vita della Chiesa, dove è racchiuso tutto l’insegnamento di Gesù e la certezza che anche noi risorgeremo. “Se Cristo non fosse risorto, vana è la nostra predicazione, e vana è anche la vostra fede” (1 Cor 15,14). Per questo celebriamo con intensità questo momento. La celebrazione non è solo il ricordo di  un fatto, ma la sua realizzazione per noi, oggi. Non è un “fatto”  che ricordiamo, ma “verità” alle quali partecipiamo ricevendo la grazia corrispondente al mistero celebrato. La fede cattolica insegna che partecipiamo non che andiamo ad assistere ad un dramma teatrale. Le letture proclamano l’avvenimento. I riti sacramentali realizzano l’avvenimento per noi. Per questo diciamo: partecipiamo. Quando diciamo memoria, invece,  lo stiamo dicendo nel senso ebraico, come nella Cena Pasquale. San Paolo è lui che ci insegna il “fare memoria” (1 Cor 11,24).