Home Pe. Luiz Carlos - Liturgia 2016 _ TUTTI I TESTI Anno C Omelia 3^ Dom. Avvento - 13.12.2015
Omelia 3^ Dom. Avvento - 13.12.2015


Il linguaggio duro di Giovanni Battista era carico di consigli che orientano, tutti, verso il Mistero del Natale-Incarnazione-Mistero Pasquale: saper condividere, non sfruttare né rubare al popolo , rispettarlo, non maltrattarlo, non estorcere denaro....

nº 1500

Omelia 3^ Dom.  di  Avvento

(13.12.15)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Gioia della salvezza

Dimensione pasquale del Natale

La terza domenica di Avvento come la quarta di quaresima sono domeniche di gioia. Sono le primi luci che annunciano la festa che si avvicina come preghiamo durante la messa. “ donaci di arrivare alla gioia della Salvezza e celebrarla con intenso giubilo nella solenne liturgia” (colletta). La gioia è il primo segno della grande esperienza di Dio che facciamo durante la celebrazione. L’invito alla gioia ha la sua ragione: “il Signore revoco’ la sentenza che c’era contro di noi” (Sf. 3, 15-17). Il Mistero Pasquale di Cristo penetra tutti i momenti della salvezza dall’Incarnazione fino alla Glorificazione. Questa presenza persiste in tutto quello che facciamo in ogni celebrazione. C’è un saluto antico in Spagna che dice: “felice pasqua di Natale”.  Natale  e Pasqua si uniscono  nel filo d’oro della gioia. La gioia dei pastori davanti al Nuovo Nato è la stessa dei discepoli davanti al Risorto. Li’ sta il Salvatore che ci dà la Salvezza, cioè la liberazione da ogni male e la comunione con la Vita Divina. Preghiamo nel cantico di Isaia: “ berrete con gioia alle fonti della salvezza” (Is 12,3).Se non ci  voltiamo verso il senso della salvezza di ogni celebrazione, perdiamo la sua finalità. La celebrazione non è un ricordo di un avvenimento passato, anche se importante. E’ una presenza. Una presenza sacramentale, cioè che attraverso dei simboli spiega e realizza cio’ che i simboli stessi dicono. Percio’ la gioia della Venuta del Signore è giustificata dalla fede e dal sacramento. Non c’è differenza tra il contenuto della celebrazione e il fatto avvenuto. Nella celebrazione, per fede, partecipiamo al mistero come salvezza, ma soltanto vedere non salva. Per fede dunque entriamo in comunione con il Mistero celebrato. Per questo possiamo festeggiare con gioia

Rinnovamento come progetto

L’apparizione di Giovanni Battista suscito’ la speranza dell’arrivo del Messia. Luca racconta: “il popolo era nell’attesa e tutti si domandavano se Giovanni non fosse il Messia” (Lc 3,15). Già c’era il Messia, ma le Parole di Gioivanni sono un cammino verso un costante rinnovamento. Con le sue indicazioni possiamo prepararci a celebrare bene il Mistero del Natale, e cioè: con il cuore sincero chiediamo: “cosa dobbiamo fare?” quello che Giovanni risponde riferendosi ai problemi che si vivevano in quel momento: ostentazione della ricchezza, corruzione, abuso di potere e violenza. Per cui Egli suggeriva la condivisione dei beni, l’esattezza nei commerci e il rispetto del popolo. Sono le tentazioni permanenti tra noi. Giovanni testimonia di sapere che la sua venuta era per preparare la venuta del Salvatore. Celebrando la festa del Natale, riceviamo la missione di annunciare la salvezza che riceviamo in Gesù. Egli è la nostra gioia e la nostra pace.

Preparazione per le feste

La preparazione del Natale del Signore è un processo di redenzione orientato da Giovanni battista e  portato ad effetto  attraverso diversi esercizi raccomandati dalla Parola di Dio: Gioia, mutamento delle abitudini, accoglienza dell’opera della redenzione cosi’ fortemente presentata dal profeta Sofonia: “Il Signore è vicino a te, il valente guerriero che ti salva” (Sof. 3,17). Non possiamo lasciare da parte il Mistero dell’Incarnazione. Dio viene a dimorare tra noi. E il Verbo Eterno, Figlio di Dio, assunse la natura umana e si fece uno come noi perchè potessimo noi partecipare alla Vita Divina. Abbiamo bisogno di meditare e guardare le conseguenze di questo gesto di Dio verso di noi. Per questo la liturgia di questa terza domenica ci parla di gioia. La società vuole abolire il natale perchè è incapace di vivere la semplicità di Dio, che nasce in una stalla e ha come culla una mangiatoia.


Letture: Sof; 3,14-18ª; Is. 12, 2-6; Fil. 4,4-7; Luca 3,10-18





 
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