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Omelia 1^ Dom. Avvento - 29.11.2015



Le minacce sono per mostrare  la potenza di Dio che è una potenza di liberazione. L’Avvento è l’attesa di giorni migliori vuol dire costruire una speranza che si approfondisce nella caritĂ  e nella fede.Ai segni terrificanti avviciniamoci con l’Amore di Cristo che supera ogni conoscenza!

nÂş 1496

Omelia 1^ Domenica di Avvento

Anno C (2015 – 2016)

(29.11.15)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

La Liberazione è vicina

Vedranno il Figlio dell’uomo

All’inizio del nuovo Anno Liturgico c’è la proclamazione del senso di ogni celebrazione: la realizzazione del disegno di Dio racchiuso nella venuta del Figlio che riassume in se tutte le cose. I segni sono sempre presenti per chiamarci alla vigilanza (Mc 21,25). L’importante non sono i segni ma di essere sempre pronti, per questo si dice “alza la testa”, gesto caratteristico del giusto. La Parola di Dio delle domeniche di Avvento ci presenta Giovanni Battista. Questo grande profeta preparo’ la venuta immediata del Cristo nel mondo. E’ uno stimolo  ancora oggi per la preparazione della sua venuta definitiva. In questa prima domenica siamo rivolti anche verso gli avvenimenti ultimi dell’umanitĂ . Pensando al futuro, guardiamo e contempliamo il presente. I Cristiani, avendo visto la distruzione di Gerusalemme e la venuta di Gesu, tardare, avevano perso l’entusiasmo nella sua venuta come giudice. Per questo l’evangelista Luca insiste sui rischi che possiamo correre nel perdere di vista la dimensione della Venuta del Cristo. Anche se ci sono tanti segnali di pericolo, il profeta Geremia (Ger 33,14) annuncia i beni futuri per la Casa di Israele e di Giuda. Il Signore è buono, perchè “è pietĂ  e misericordia e riconduce sul buon cammino i peccatori. Egli dirige gli umili nella giustizia e ai poveri insegna il suo cammino” (S 24, 8-9). Vediamo i segni paurosi che avvengono nel cielo, nella terra e nel mare, ma, d’altro lato, le minacce sono per mostrare  la potenza di Dio che è una potenza di liberazione. L’Avvento è il tempo della speranza nella realizzazione delle promesse di Dio. Una di esse è giĂ  avvenuta : la nascita che celebriamo a Natale. Questo avvenimento è stato come la rugiada, l’altro sarĂ  nella gloria. Attesa di giorni migliori vuol dire costruire una speranza che si approfondisce nella caritĂ  e nella fede.

Cuori insensibili

L’attesa della fine che era forte nella prima comunitĂ  di Gerusalemme,  ha perduto forza a causa della vita dissoluta. Paolo raccomanda ai tessalonicesi che “il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell'amore fra voi e verso tutti per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santitĂ , davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro GesĂą con tutti i suoi santi” (1 Tess. 3, 12-13). Luca è chiaro nel citare i problemi esistenti: “State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita .Vegliate in ogni momento pregando, perchĂ© abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo” (Lc 21, 34-36). Il cuore insensibile si chiude all’azione di Dio. E’ l’incapacitĂ  di sapere orientarsi e lasciarsi penetrare dalla grazia di Dio che ci rinnova e ci prepara alla venuta di Cristo. Invita a pregare per avere la forza per sfuggire a quello che dovrĂ  avvenire (36).

Venire con le buone opere

Il benessere non dĂ  la certezza delle benedizioni di Dio, se esso non deriva dall’essere noi benedizione per i fratelli! GesĂą insiste che dobbiamo lasciare tutto affinchè tutto sia vita per tutti. Cosi’ possiamo correre all’incontro del Signore che viene. Non  basta la fede per la salvezza, come dice Giacomo, perchè la fede senza le opere è morta in se stessa (Gc. 2,17).  Alla fine il giudizio sarĂ  sulle opere (Mt 25,31). Le opere della caritĂ  invitano tutti in quei settori che sono stati sempre presenti nelle societĂ  di ogni tempo: fame, sete, migrazioni, sofferenza, prigionia, vestiario. La partecipazione all’Eucaristia “ ci aiuta a cercare quello che è  del Cielo, camminando tra le cose che passano, abbracciando quelle che non passano” (dopo-comunione). Ai segni terrificanti avviciniamoci con “l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza” (Ef 3,19).

 

Letture:Is.33,14-16; Salmo 24; 1Tess. 3,12-4,2; Luca21,25-28.34-36




 
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