Non possiamo avere l’orecchio di legno nell’accogliere il Regno ne bocca serrata davanti a ciò che ci è dato di comunicare.

nº 1472

Omelia 23^ Dom. T.O,.

(06.09.15)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Egli ha fatto bene ogni cosa

Dio trasforma le realtà dell’uomo

I miracoli di Gesù corrispondono alle aspettative dei tempi nuovi, somiglianti ai tempi dell’Esodo e dell’uscita dall’Esilio, come dice Isaia (35, 4-7)- il popolo davanti ai miracoli di Gesù, diceva: “Egli ha fatto bene tutte le cose. Ha fatto parlare i muti e udire i sordi” (Mc 7,37). È l’annuncio che i tempi messianici sono arrivati. Viviamo questo tempo. I miracoli si riferiscono a tutti e non solo ai beneficiati. La lettera di san Giacomo insegna a forgiarsi abitudini nuove a partire dalla fede in Gesù. Questo sant’uomo di Dio, stimato dalla comunità, ha un linguaggio forte e pratico: “La fede in Gesù non ammette parzialità” ( Gc 2,1).  Era un problema che esisteva e ancora esiste. Il rispetto si deve a tutti. Esso invita a trattare tutti in modo uguale a non fare distinzione tra persone privilegiando i ricci e potenti. Dio non fa distinzione di persone. Trattare con rispetto tutti è intelligenza spirituale. Questa trasformazione del comportamento sarà reale solo quando ci lasceremo curare da Gesù. Gesù ha curato un sordomuto. Apre gli orecchi per ascoltare la Parola e la bocca per proclamarla. Ha usato la saliva. Essa era presa come una specie di seme della parola. Ciò significa che Gesù cura con la Parola annunciata. La fede ha una forza curativa, cura i comportamenti. Le messe di guarigione sono molto apprezzate. Ma è necessario curare anche i nostri comportamenti. La fede in Gesù non è la credenza in una serie di verità. È  una vita nuova che trasforma il nostro modo di essere e di vivere tra le persone. Il modello è Dio che non fa distinzione di persone. È il segnale che i tempi nuovi stanno arrivando.

Un gesto trasformatore

Il gesto di Gesù è usato nel rito battesimale nel quale il celebrante dicendo effeta, e toccando le orecchie e la bocca del battezzando, dice: “Il Signore, che ha fatto udire i sordi e parlare i muti, ti conceda di poter presto ascoltare la sua parola e professare la fede a lode e gloria del suo nome”. Il discorso è in relazione con la Parola. Il battesimo ci fa idonei ad ascoltare il Vangelo e a proclamarlo. Il salmo invita a lodare per il bene che Dio fa ai sofferenti, in particolare ai poveri. Il profeta Isaia profetizza ciò che poi si realizza in Gesù.  Questo modo di accoglienza va al concreto. La trasformazione provocata dalla fede incide molto sulla vita della comunità. Giacomo parla delle distinzioni che si fanno tra le persone. Nella relazione con i poveri si aprono questioni profonde. La ricchezza della fede che è garanzia del Regno di Dio è molto superiore. I poveri hanno un altro tesoro. I poveri giudicheranno i ricchi e i potenti per farli ricchi dell’unico Tesoro che rimane, la fede che li rende degni eredi del Regno dei Cieli. Dio dà il Regno a chi Lo ama. Se la conversione porta al mutamento saranno eredi.

Imparando dai miracoli

Attualizzando l’insegnamento di questo miracolo siamo chiamati ad avere orecchi attenti alla Parola di Dio, non solo a quella scritta, ma alla Parola viva ed efficace, presente nel mondo. È il momento di sapere parlare le lingue dello Spirito, cioè proclamare il Vangelo in tutte le lingue di oggi. I nuovi mezzi di comunicazione sono un dono prima di essere un problema. Questo è il comportamento fondamentale del Servo di Javé: “Ogni mattina fa attento il mio orecchio perchè io lo ascolti come i discepoli” (Is 50,4). Dio al termine dell’opera della creazione “Vide che ciò che aveva fatto era molto buono” (Gn 1,31). Di Gesù si diceva: “Egli ha fatto bene ogni cosa, ha fatto udire i sordi e parlare i muti”. È la nuova creazione. La nostra missione sarà di far nuove tutte le cose ascoltando l’annuncio della Parola.

Letture: Is. 35, 4-7ª; Salmo 145; Gc 2,1-5; Marco 7,31-37