Omelia 16^ Dom. T.O. - 19.7.2015



Il coraggio di essere buoni, misericordiosi e compassionevoli, come Gesù, continuando in noi questa sua stessa missione, distruggendo il muro di separazione (inimicizia) che c’è tra i ricchi e i poveri, tra chi accede alle risorse basilari della vita e chi non lo può fare

nº 1458

Omelia 16^ Dom. T.O. (19.07.15)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

 

Io Sono il Buon Pastore

Che dà la vita

Il Vangelo di questa domenica è un insegnamento sulla pastorale pratica degli apostoli, è un buon insegnamento per tutti coloro che seguono Gesù, soprattutto per quelli che dirigono il popolo di Dio, sia nel ministero, sia nelle svariate attività religiose e civili. Pastori sono tutti coloro che  restano uniti a Gesù, egli è il buon pastore del suo piccolo gruppo di apostoli, li invita a restare in sua compagnia e ascolta da loro le peripezie della “missione”. Così insegna che è necessario stare con Gesù. Stare con Lui era il desiderio di tutti. Il nostro vero riposo non è tanto la distanza del popolo, ma avere il cuore di Gesù che ama il popolo. “ nel vedere la moltitudine, ebbe compasione perchè erano come pecore senza pastore. E cominciò a insegnar loro molte cose” (Mc 6,34). Questa è la radiografia del cuore di Gesù che sapeva  compenetrarsi della sofferenza e della sete di Dio che il popolo aveva e che si saziava solo nell’ascoltare Gesù. Il suo comportamento di permanente consegna di vita, lo accompagna fino alla Croce e continua anche nella gloria del Padre nell’essere nostro “intercessore” (Eb 7,25). Nel discorso sul Buon Pastore accentua il fatto che “il buon pastore dà la vita per le sue pecore” (Gv 10,11). Il profeta Geremia  ci parla di come i pastori erano invece distanti dal progetto di Dio. Chi erano i pastori? Erano i re, i sacerdoti e i saggi profeti di falsità (Frederici A 427). Questi pastori lasciavano il popolo disperdersi nell’esilio. Non curavano il gregge. Dice Dio: “ecco io verificherò questo tra voi e punirò la malvagità delle vostre azioni” (Ger 23,1-2). Chi sono i pastori di oggi? Tanto quelli della Chiesa Cattolica, come i pastori delle altre chiese, sono pastori della politica, dell’economia, della scienza e molto altro, zelanti per i propri interessi.

Distruggere il muro di separazione

Gesù insegna come curare la sofferenza del popolo. Egli dona la vita. Egli è venuto a rompere la barriera che esiste tra i pastori e i bisognosi. Paolo dice che “Cristo è la nostra pace. Di ciò che era diviso Egli ne ha fatto unità. Nella sua carne ha distrutto il muro di separazione, stabilendo la pace” (Ef 2,14). Si riferiva alla separazione tra giudei e pagani. In Cristo si è realizzata l’unione. Ora dobbiamo riscoprire i muri che ci separano dai bisognosi che Gesù curava. Ci sono molti muri che lasciano il popolo  senza accesso alle cose basilari della vita, della cultura e del benessere. Le condizioni della popolazione sono terribili. Eppure viviamo in un Paradiso. Cerchiamo di pensare piuttosto alle tante persone che vivono in condizione sub-umane. È il momento che i pastori della Chiesa distruggano i muri che isolano la gente dai beni basilari e anche da quelli spirituali. Il popolo è lo stesso che correva dietro a Gesù e Lui sentiva compassione di loro. Gesù li soccorreva con la parole e i miracoli. Non basta salvare le strutture e lasciare i bisognosi senza risorse. Gesù era compassionevole.

Solidali attraverso la compassione

Non vedere la sofferenza del popolo già è frutto di un cuore che non conosce Gesù. Preferiamo un Gesù che ci parla un altro linguaggio, preferiamo selezionare ciò che ci interessa. Per Gesù, la volontà del Padre era che si cercasse la pecora perduta (Gv 6,39). La compassione di Gesù verso i poveri non è soltanto un sentimento da imitare, ma un modello della Chiesa da instaurare. E’ tempo di smettere con l’abitudine di curare solo chi stà bene, ma organizzare la comunità affinché, uniti all’esperienza di Gesù, anche noi andiamo in cerca dei poveri. Gesù continua in noi la sua missione nel manifestare la misericordia e la compassione

 

Letture: Ger. 23,1-6; Salmo 22; Ef. 2,13-18; Marco 6,30-34






 
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