Omelia 14^ Dom. T.O. 5.7.2015


Come hanno rifiutato Cristo anche il fedele  farà l’esperienza di questo rifiuto. Per superare le crisi del rifiuto bisogna avere gli occhi rivolti al Signore. Il rifiuto blocca l’azione di Dio e spesso anche la nostra. Il fedele sà, con san Paolo, che anche nella debolezza si manifesta la forza di Dio, al fedele basta solo la grazia di Dio

nº 1454

Omelia 14^ domenica T.O.

(05.07.15)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

 

La verità è un diritto

Il mistero del rifiuto

Gesù va a Nazareth dove ha trascorso la sua vita nascosta prima dell’inizio del suo ministero. Per quanto siamo aperti a tutto il mondo, il nostro angoletto  conserva sempre una mistica diversa. Ed è proprio lì che Gesù riceve il rifiuto della sua persona e della sua missione. Lo rifiutarono perchè non ammetteva che qualcuno altro oltre a Lui potesse avere la stessa sapienza e fare miracoli ed essere l’inviato di Dio.  L’ostilità fu tanta che Gesù “non potè fare li alcun miracolo†(Mc 6,5). Sembra che sia il rifiuto ad aver bloccato l’azione di Dio. Gesù ha sentito questo sulla pelle ad opera dei suoi conterranei e familiari. Egli dirà “i nemici dell’uomo sono i suoi propri familiari†(Mt 10,36).. disse anche: “Un profeta non è stimato solo nella sua patria e tra i suoi familiari†(Mt 6,4). Questo rifiuto di Dio è frutto della durezza di cuore, come leggiamo in  Ezechiele che ebba da Dio questo rimprovero: “Figlio dell’uomo, io ti ho inviato agli israeliti, nazione ribelle che si sono allontanati da me. Essi e i loro padri si sono sollevati contro di me fino ad oggi. Quelli ai quali ti mando sono figli testardi e dal cuore indurito. Ascoltino o non ascoltino, dal momento che sono una genia di ribelli, sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro†(Ez2, 3-5). Possiamo considerare la stessa lettura davanti alla chiusura della società alla Parola di Dio annunciata dalla Chiesa, nelle situazioni concrete. Da dove viene questo rifiuto, indurimento e testa dura? È frutto dell’adorazione degli idoli che pullulano. Quando si chiude il cuore a Dio, gli idoli si moltiplicano e si giustificano da soli. Ma è necessario che sappiano che c’è qualcuno che pensa in modo diverso, che ha un messaggio chiaro ed è un profeta che trasmette la parola di Dio. I frutti si vedranno. Riconoscere il dono di Dio è sempre un beneficio per ammorbidire la durezza del cuore e della mente. Tutto ciò è influenzato dal maligno che provoca al male.

Spina nella carne

Il profeta partecipa anche al rifiuto fatto a Cristo. Paolo afferma che portiamo nei nostri corpi i segni di Gesù (Gal 6,18). Sono le cicatrici dei maltrattamenti sopportati da Cristo. Nella lettura della seconda lettera ai Corinti egli descrive questa partecipazione alle sofferenze di Cristo: “ ... affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per percuotermi ...†(2 Cor 12,7). Non sappiamo cosa sia stato. Sembra essere un problema agli occhi, poichè scrive ai Galati:â€Se vi fosse possibile vi sareste cavati gli occhi per darli a me†(Gal 4,15).  Paolo soffre anche la persecuzione dei falsi fratelli (2 Cor 11, 26),  che può ben essere questa spina del rifiuto. Gesù gli garantisce appoggio quando si sente debole: “Ti basta la mia grazia poiché è nella debolezza che si manifesta la forza†(2 cor 12,9). La Parola di Dio è sempre dolce al palato, ma amara nello stomaco (Ap 10, 8.-11). È necessario continuare a profetare. La risurrezione di Cristo garantisce la resurrezione del profeta.

I nostri occhi sono fissi nel Signore

La crisi che l’annunciatore del Vangelo può sentire davanti al rifiuto della Parola di Dio è raccolta nel salmo 122: “I nostri occhi sono rivolti al Signoreâ€. L’apostolo deve sviluppare la dimensione spirituale. Non si tratta di una attitudine spiritualistica che si caratterizza nel sentirsi bene. La spiritualità autentica è frutto dell’unione a Cristo sofferente. È avere una vita coerente con la Parola annunciata. C’è una tendenza a creare uno pseudo spiritualismo che ci soddisfi, ma non ci converte a Cristo. Questo non vuol dire che ci sia solo la croce, poiché il culmine della spiritualità è la risurrezione, ma non senza la croce.

 

Letture: Ez. 2,2-5; Salmo 122; 2 Cor. 12,7-10; Marco 6,1-6



 
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